Archivio delle categorie ebook

Sogni.

Tutti gli uomini sognano. Non però allo stesso modo. Quelli che sognano di notte nei polverosi recessi della mente si svegliano al mattino per scoprire che il sogno è vano. Ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi, giacché ad essi è dato vivere i sogni ad occhi aperti e far sì che essi si avverino. (Thomas Edward Lawrence)

Sogni.

Un vincitore e’ solo un sognatore che non si e’ arreso.

Sogni.

“Dal vero al sognato, non corre altra differenza, se non che questo può qualche volta essere molto più bello e più dolce, che quello non può mai.”

Giacomo Leopardi

Emozioni, riflessioni: il disagio.

Il disagio da molti conosciuto e vissuto, ma da pochi sviscerato ed evidenziato, anzi per meglio dire, occultato!

Che cos’è il disagio?

“diṡàgio s. m. [comp. di dis-1 e agio]. – 1. a. Mancanza di agi, di comodità e sim.; condizione o situazione incomoda: soffrire, patire, sopportare disagi di ogni specie; affrontare i d. di una lunga navigazione; stava a d. in quella sedia troppo stretta per lui. b. Senso di pena e di molestia provato per l’incapacità di adattarsi a un ambiente, a una situazione, anche per motivi morali, o più genericam. senso d’imbarazzo: è un luogo, una compagnia, in cui mi trovo a d.; quei discorsi misero a d. tutti i presenti; davanti a lui mi sento sempre a d.; il suo modo di guardarla la metteva a disagio….”

(Fonte: Treccani.it)

Si vivono molte condizioni di disagio, giovanile, amoroso, lavorativo, ma il più delle volte si cerca di sminuirlo, anzi, ancora di più, di non manifestarlo, con il risultato che chi lo vive, è perennemente in uno stato di agitazione, comportandosi quasi “normalmente” e chi sta vicino cerca di non evidenziarlo, con l’indifferenza.

Qual è il risultato?

Il risultato è quasi sempre , uno stato continuo di profonda intolleranza “latente” verso gli altri che non si scatena subito, ma può scattare, non appena una scintilla si innesca, provocando danni a se e agli altri.

Ieri mi trovavo in una libreria, c’era un ragazzo di circa dieci anni con la madre, stavano scegliendo un libro da regalare, il ragazzo era compulsivo passava da un espositore all’altro, prendendo e sfogliando il libro, poi lo passava alla madre che puntualmente lo bocciava, ma lui dopo averlo riposto, cambiava espositore senza una ragione e ne sceglieva un altro sempre utilizzando la stessa tecnica, era incalzato dalla madre, “era tardi”, “dovevano andare a mangiare”, “doveva fare presto” e lui sembrava quasi provare piacere nel provocare queste reazioni, dopo aver scelto un libro, si mettono in fila per la cassa e qui, il ragazzo inizia una serie di peti a ripetizione, di piccola intensità, ma sonori, avvertiti da tutti presenti, la madre guardava verso l’alto, fino all’ennesimo peto puzzolente, solo allora si rivolge al ragazzo “ma che stai facendo” e lui “io, niente” sorridendo, in quel momento entra il padre, protesta per l’attesa all’esterno, scaricando un fiume di parole sull’inutilità di un libro da regalare, sul tempo che ci era voluto per sceglierlo e il ragazzo si estranea, non ascolta i genitori, guarda un punto lontano della parete dietro al libraio alla cassa indifferente alle rimostranze dei genitori, sfogliando con nervosismo il libro scelto, fino al raggiungimento del pagamento, dove sembra quasi risvegliarsi da quel torpore ed è li che da il meglio di se, continuando a scaricare “gas” nell’aria a ripetizione sempre più forti.

I nostri sguardi erano evidenti, solo allora la madre sembra accorgersi di quanto stava accadendo, paga nervosamente, mentre il padre strattona il ragazzo e lo porta fuori, ma per loro “quel suo e nostro disagio” era inesistente, nessuno di noi presenti si è permesso di rimproverarlo, ma è altrettanto vero che questo comportamento, non da una risposta a quel ragazzo, il suo disagio era evidente, sintomo di un qualche malessere “vissuto”  e dagli altri “coperto”!

 

Gennaro Caparco

Sogni.

“Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare.”
Papa Giovanni XXIII

Sogni

La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.

Arthur Schopenhauer

Il “falso” mito del Natale.

E’ Natale, tra poco, ma chi conosce lo “spirito natalizio”?

Pochi, molto pochi, forse solo i bambini, i più piccoli, perché hanno ancora lo fortuna di poter sognare!

Gli “adulti”?

E qui si apre tutto uno scenario, tante sono le variabili che entrano in gioco, chi l’ha vissuto nell’infanzia in modo propositivo e felice, cerca di riportare nell’ambito della propria famiglia, la stessa aria natalizia, rispettando delle date impresse nella sua memoria, l’inizio dell’Avvento, la “vestizione” dell’albero natalizio l’otto dicembre, i festoni in casa e il Babbo Natale rigorosamente fatto dalla nonna a mano ricamato.

Poi la mancanza di serenità, fa si che si vive questo magico “momento” in un “malessere” che sconvolge il tran tran della vita odierna fatta di affanni quotidiani, di forti delusioni lavorative, di bollette da pagare, di impegni da mantenere, di lavoro che oggi c’è e domani forse.

I negozianti non sorridono quando preparano le loro vetrine, quasi avendo un senso di disagio, con l’aria di qualcuno  che  “bisogna farlo per forza”, vedi persone dietro ai banconi dei negozi, degli ipermercati che indossano un copricapo di Natale il più delle volte messo a casaccio che ti salutano dopo la spesa con un sommesso Auguri per nulla sincero.

Ne tanto vanno bene le cose, nell’ambito lavorativo, qui già da dopo agosto si inizia ad avere discussioni su chi deve passare il periodo natalizio e quello del Capodanno, in ufficio, neanche le feste aziendali (retaggio americano) riescono a mettere pace, sono solo delle “apparenze” di felicità, ma di Natale c’è ben poco.

A fare festa sono invece i negozi che vendono giocattoli, qui già da tempo, oserei dire da dopo le ferie estive,  pur di “accaparrarsi” il prezzo migliore, si acquistano giocattoli per figli, nipoti  con cui molto probabilmente si passeranno le festività e quindi ascolti genitori che “pilotano” le scelte dei bambini, venendo puntualmente spiazzati dai media, che bombardando H24ore  di cartoni animati, sempre più belli, sempre più nuovi senza soluzione di continuità, creano diverse aspettative di regalo nei bambini da esaudire.

Per  carità, poi non parliamo dei Mercatini di Natale, gioia dei bimbi e croce per i genitori, dove si trova di tutto, dal cibo di strada, alla spazzola per pulire a terra, dalla crema miracolosa anti rughe alla cipria al profumo di melograno, dal salamino al vino alla mortadella piena di pistacchi, ma di addobbi natalizi, pochi molto pochi, mentre le persone “adulte” scattano selfie peggio di una mitragliatrice e le chiese punto nevralgico della Festa della Nascita perennemente al buio, quasi come si “vergognassero” di esistere.

Vengo da una generazione diversa, quando a Natale si aspettava dieci lire, poi cento lire, mille lire in regalo dopo aver letto la letterina e badate bene, in quella lettera non venivano richiesti giocattoli o altro, ma era piena d’amore ed era una gioia vedere la propria famiglia unita nel festeggiare la Natività di Nostro Signore e l’applauso dei parenti era il regalo più bello.

Si, eravamo più poveri, ma più ricchi dentro!…

Gennaro Caparco

Sogni

Il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni.
Eleanor Roosevelt

Emozioni, riflessioni: preoccupazione.

“Noi siamo, forse, unica tra le creature della terra, l’unico animale che si preoccupa. Con la preoccupazione buttiamo via le nostre vite” – Lewis Thomas

Così recita un saggista premiato con il National Book Award per l’arte e la letteratura (saggistica), mai parole furono più appropriate!

Tutto diventa una corsa continua, e già!

Si corre per andare al lavoro, per portare i figli a scuola, per andarli a prendere,  per farli mangiare, per portarli in palestra, per i compiti e tutto diventa una preoccupazione continua con la paura di non riuscire a fare tutto e se a questo si somma un lavorio precario, instabile come quello che la nostra Nazione sta vivendo oggi, le preoccupazioni aumentano a dismisura e non sempre si riesce ad avere l’integrità mentale per seguire in modo appropriato la famiglia e i figli, con conseguenze alle volte disastrose.

Sono i tempi che sono cambiati, noi siamo sempre gli stessi, forse con qualche esigenza in più!

Passiamo la vita a preoccuparci, si inizia già dalla tenera età, ogni cosa è una preoccupazione, la prima volta a scuola, i nuovi compagni al di fuori della famiglia, i primi dispetti, le aspirazioni, il primo amore, la prima delusione, la prima vittoria, il primo lavoro, il primo figlio, la perdita dei nostri cari, spesso con la sensazione di non essere adeguati o di non saper gestire quello che ci sta accadendo.

Ma alla fine, cos’è successo nulla di eccezionale o di paranormale, stiamo solo vivendo la nostra vita, ma!

Oggi tutto è cambiato, i genitori devono lavorare entrambi per poter far vivere decentemente la propria famiglia e i figli devono collaborare, condividendo con loro ansie e successi,  tutto è una questione di organizzazione e comunicazione.

Non bisogna strapparsi i capelli, ma dare l’opportunità alle nostre  “risorse interne” di “farsi valere”,  risorse che tutti noi abbiamo.

“Volere e potere” , noi possiamo!

Sta a noi metterlo in pratica e il nostro esempio aiuterà le generazioni future a non vivere solo di preoccupazioni!

Gennaro Caparco

Emozioni, riflessioni: la conoscenza.

Il perno della conoscenza tra gli individui è la sincerità!

Il vocabolario Zingarelli dà questa definizione della sincerità: «Che nell’agire, nel parlare e simili, esprime con assoluta verità ciò che sente, ciò che pensa (dal latino: sincerum = schietto, puro)».

La sincerità e da pochi praticata e da molti sconosciuta, ovvero, spesso viene accantonata perché non conforme alla “vita sociale” attuale, essere sinceri significa sacrificio, mettere a nudo la propria personalità e così facendo, essere facilmente  il “bersaglio” alle volte “inerme” per chi ben volentieri coglie l’occasione per fare “man bassa” e “usare” i sentimenti per i propri scopi.

La sincerità paga, le bugie no!

I detti antichi non hanno mai fallito, perché sono il frutto dei saggi, non saggi per nascita, per carità, ma saggi perché depositari della “tradizione orale” di quello che le persone hanno notato negli anni “Le bugie hanno le gambe corte” ed è proprio così, prima o poi vengono a galla ed è proprio li che si scatenano i contrasti, i conflitti e si scopre, l’amara verità!

Se questo è consentito nei più piccoli, chi non ha mai detto una bugia per evitare di essere scoperti per una marachella, per un ninnolo rotto non volendo, per un cattivo voto a scuola, per uno sgarbo fatto, non è tollerabile in un giovane e tanto meno in un adulto “maturo” dove “dovrebbe” essere dotato di proprio carattere e inclinazione che lo accompagnerà per tutta la vita futura, ma guarda caso, spesso l’ “adulto”, pur conoscendo la sua “natura” e essendo  “maturo”, volentieri si “nasconde”.

Pur non approvando, non si dovrebbe, si potrebbe dare una spiegazione, nell’ambito lavorativo, dove e capita spesso, per la penuria del lavoro, bisogna “modificare” i propri atteggiamenti, essere più “accondiscendenti” cercare di trovare un “punto di contatto” per sopravvivere e continuare a lavorare, ma nell’ambito sentimentale, questo non è sopportabile e ne tollerabile.

E’ difficile in una coppia,  mettere in evidenza i propri difetti, anziché i pregi, pensando così di essere favorevolmente “accettati” , ma si sta invece facendo il male di se stessi e dell’altro/a, è “umano” direbbe qualcuno, non è così, prima o poi l’altro/a riuscirà a scoprire la vera “indole”, è vero, possono passare anni, ci sono persone così “abili” che si “mascherano” per raggiungere un fine per molto tempo, ma chi è veramente sincero di sicuro avrà la meglio e solo allora si pagheranno le giuste conseguenze, perdendo tutto.

Meglio essere sinceri prima che dopo! Le discussioni, gli scontri, i litigi potranno sempre esistere in una coppia, ma saranno risolti di comune accordo, perché è frutto della loro conoscenza e sintomo che stanno bene insieme!

Gennaro Caparco