La furbata del protagonista aveva avuto l’effetto desiderato, lei era colpita e perplessa, ma un episodio improvviso, sconvolse la loro gioia.
da pag.88 del romanzo:
“Mai dire mai!
Erano circa le due di notte, mi ero appoggiato sul letto da qualche minuto, ero con il mio abbigliamento preferito una tuta, non avevo ancora sonno, rimandai il momento del pigiama per qualche minuto. Mia madre era tornata e dormiva nella sua stanza, chiusi la luce con la persiana aperta, e volli dare un ultimo saluto alla casa di fronte. Che strano, vidi accendere la luce, bah pensai forse un bicchiere d’acqua, squilla il cellulare:
– Pronto
– Rino, ho bisogno d’aiuto
– Vengo
E che diavolo è successo, presi l’ascensore, il mio borsello e scesi, arrivai al citofono e salii, in tutto saranno stati tre minuti. Mi apri la porta Isa, era sconvolta:
– Che è successo?
– Mio padre, stava telefonando a mio fratello negli Stati Uniti nello studio, ha posato la cornetta ed ora è li non dice nulla, bloccato. Ho paura!
– Tranquilla, vado io.
Mi indicò la porta del corridoio e veniva dietro di me, entrai, era li alla scrivania con una giacca da camera:
– Maestro…”
Un attacco cardiaco, 118, autoambulanza e pronto soccorso!
A domani.
Araldo Gennaro Caparco
L’amore è come il condimento di una pietanza, se esageri può disgustare e far commettere errori irreparabili, se sei un “braccino corto” non porta sapore.
Per un giovane chef, scoprire di essere in presenza di un grande chef, porta un’emozione unica e se poi in aggiunta quella donna, sognata e amata pur non conoscendola, è sua figlia, lo porta all’apice dell’emozione portandolo a fare un grande sbaglio, iniziare a raccontare bugie.
Ma il destino, ne sa una più del diavolo!
Alla fine del matrimonio da favola a Roma, tutto sembra azzerarsi e qui comincia una grande avventura con la complicità di una persona dalla vista lunga e saggia, con un gancio simile, nulla dovrebbe andare storto e con una furbata da persona interessata, riesce a rimettersi in contatto.
A domani…
Araldo Gennaro Caparco
Nel mio “cubicolo” (piccolo studiolo), continuo il diario che mi riporta al primo dei miei romanzi “Il Maestro”.
Mentre lo scrivevo, la storia iniziava ad avere dei percorsi particolari, tutto era nato dall’osservazione di alcune persone e nella mia immaginazione, iniziai a farli vivere in una storia avvincente e inaspettata, anche a me stesso!
Sono stato fortunato, mi appassionai sempre di più e allora le dita scorrevano veloci sulla tastiera e raccontavano di un pedinamento nell’alba di un giorno qualsiasi, dal mercato del pesce di Pozzuoli alla scoperta di una struttura avveniristica di una grande Società di catering nella zona di Cassino, un colpo di fortuna per il protagonista con un incontro con una persona conosciuta, un salto indietro nel tempo e il desiderio di conoscere di più chi era “Il Maestro”…e scoprire la sua vera identità…uno Chef di fama mondiale.
Poi un matrimonio regale inglese in una villa meravigliosa ai Parioli a Roma, la possibilità di fare da traduttore inglese per il Maestro e qui…un colpo di scena…l’incontro con una donna di cui aveva tanto sognato e che non aveva mai avuto il coraggio di esprimere quello che sentiva per lei…
A domani…
Araldo Gennaro Caparco
Olivetti 32…per molti non significa nulla…
ma per un giovane di diciotto anni che covava il sogno di scrivere… vuol dire molto… sognare!…
Ma poi il destino decise diversamente… e…”solo”…dopo anni, per l’esattezza a 66 anni… non usa quella macchina da scrivere che custodisce gelosamente… ma una tastiera da computer… che non fa rumore quando pigi un tasto e… nacque il mio primo romanzo… una trilogia… con a capo il primo capitolo, il capostipite
“Il Maestro”
della serie “Se devi sognare… esagera!”.
Araldo Gennaro Caparco.
La “Speranza” è quella cosa piumata –
che si viene a posare sull’anima –
Canta melodie senza parole –
e non smette – mai –
E la senti – dolcissima – nel vento –
E dura deve essere la tempesta –
capace di intimidire il piccolo uccello
che ha dato calore a tanti –
Io l’ho sentito nel paese più gelido –
e sui mari più alieni –
Eppure mai, nemmeno allo stremo,
ho chiesto una briciola – di me.
Emily Dickinson
“A ridere c’è il rischio di apparire sciocchi, a piangere c’è il rischio di essere chiamati sentimentali.
Ad esporre le vostre idee e i vostri sogni c’è il rischio d’essere chiamati ingenui.
Ad amare c’è il rischio di non essere corrisposti.
Ma bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare nulla.”
Leo Buscaglia