Tutti sanno?

Tutti sanno?

La mia generazione, non aveva  a disposizione, tanta tecnologia o per meglio dire non esisteva ancora, siamo cresciuti a pane, televisione e libri, non proprio tutti, ma molti hanno avuto un grande giovamento, leggere significava scoprire, riflettere, imparare, formarsi, immaginare, sognare.

Era in uso all’epoca, regalare alla prima comunione un libro per aiutare il giovane negli anni prossimi alla pubertà, oggi non esiste più questa sana usanza, si liquida il tutto con una somma in una busta quasi anonima!

Chi aveva la possibilità si abbonava a Selezione dal Reader’s Digest, rivista mensile statunitense fondata nel 1922, che trattava di argomenti di carattere generale per le famiglie, il suo formato era caratteristico di dimensioni ridotte, detto formato digest, aveva edizioni internazionali in diverse lingue ed usciva in numerose nazioni; l’edizione italiana è stata pubblicata fino al 2007, erano volumetti compatti, con sunti di varie storie, racconti e la nostra immaginazione cresceva.

Chi invece non aveva questa possibilità sfogliava i rotocalchi e leggeva i fotoromanzi e comunque acquisiva nozioni!

Poi l’ambito scolastico, e qui, si iniziavano a studiare i Grandi della letteratura, il più gettonato era I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, indimenticabili quelle parole:

“«Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte…»”

E poi La Divina Commedia di Dante Alighieri, questo viaggio immaginario attraverso i tre regni ultraterreni  (Inferno, Purgatorio e Paradiso), hanno fatto sognare e appassionare milioni di persone, giovani e meno giovani:

“«Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura,
esta selva selvaggia e aspra e forte,
che nel pensier rinova la paura!

Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.

Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.

Dante Alighieri, Inferno, I, vv. 1-12»”

Leggere quest’opera, commentare , scoprire il suo pensiero, continuare il suo “viaggio” con le Cantiche del Purgatorio e poi del Paradiso, era scoprire una Storia, con i vari personaggi che venivano descritti e così facendo si coltiva la Cultura.

Poi ognuno completava la sua formazione con la lettura di altri libri, personalmente preferivo leggere da Alexandre Dumas (padre), famoso soprattutto per i capolavori Il conte di Montecristo e la trilogia dei moschettieri formata da I tre moschettieri, da Vent’anni dopo e da Il visconte di Bragelonne, Alexandre Dumas (figlio), noto soprattutto per il suo romanzo La signora delle camelie, a un David Copperfield ottavo romanzo scritto da Charles Dickens, pubblicato per la prima volta mensilmente su rivista tra il 1849 e il 1850 ed altri di vari autori anche non italiani.

Oggi, è tutto diverso, la tecnologia è imperante dovunque e chi la usa per la Cultura, sbaglia, perchè è solo conoscenza superficiale!

La Cultura è diventata un contenitore dell’indifferenziata, dove c’è di tutto, la televisione “bombarda” il pubblico di ogni età, spesso,  con sciocche amenità che potrebbero fare pure a meno di esistere, con programmi rivolti solo ad aumentare lo share di un programma, una popolarità volgare e inconcludente, relegando la vera “Cultura” in programmi in tarda serata se non a notte fonda, dove pochi si attardano a seguirla.

Nei social imperano, “improbabili” autori di bassa cultura e quando si parla di qualche libro o autore, si “sfodera” il cellulare, per fare una ricerca “comoda e veloce” con il risultato che nulla rimane impresso ne del libro ne dell’autore, se non una “fugace” espressione di “felicità” apparente nell’esserci riuscito a fare una ricerca in così poco tempo!

Non c’è quasi più “chimica” nello scoprire, apprezzare e leggere contenuti in un libro, dove poter “viaggiare”e “sognare” insieme.

Peccato!

Gennaro Caparco

 

 

 

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