Alba e il Castello dei sogni.

Alba e il Castello dei sogni.

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Descrizione

Quella mattina ci avviammo presto dal castello, avevamo deciso di fare colazione in città, ci sedemmo ad un tavolino di un Bar al centro, era su una veranda verso la strada, lei era con lo sguardo proiettatata chissà dove e io più la guardavo e…
…non riuscivo a credere che somigliava sorprendentemente a nostro padre…ma non era solo nelle sembianze del viso o nei capelli biondi e gli occhi celesti, ma anche nel carattere, dolce ma determinata, triste ma a tratti felice così tanto che chi si trovava con lei non poteva non essere felice
– Perché mi guardi?
Fui sorpreso
– Lo sai che sei tale e quale a papà?
Sorrise
– Si, allora?
Abbassai la testa
– Ti invidio!
Stavolta era lei meravigliata
– Di cosa?
Mi alzai per sedermi vicino a lei, le presi una mano
– Sono due anni che stai combattendo una battaglia e non ti ho mai sentito lamentare.
Mi guardò negli occhi
– Se sono capace di lottare e per merito tuo, non mi hai mai abbandonato, anche in questa avventura dell’asta che già dura da quattro mesi, non ti sei tirato indietro ed è questo la mia forza, sei tu caro fratello maggiore.
Mi emozionai…
… era la prima volta che accennava a questa mia compartecipazione al suo dolore, si, perchè si tratta di questo, solo due anni prima in un controllo sanitario scoprimmo che aveva un nodulo al seno destro, solita routine, biopsia e poi…
…la giornata più lunga…
…l’attesa del responso quindici giorni dopo dal Dipartimento dell’Istologia dell’Ospedale…
…una condanna…
…tumore maligno!
Eravamo solo noi due, ci abbracciammo e piangemmo tutte le lacrime che potevamo avere, ma lei, alla fine
– Si combatte!
E così fu!
E’ inizio la nostra battaglia contro il male!
Eravamo nel mondo del lavoro da non molto, io a trentadue anni e lei ha ventotto anni, io laureato in legge e lei in conservazione dei beni culturali, io avevo rilevato lo studio legale di nostro padre che ci aveva lasciato due anni prima della mia laurea e lei invece iniziò il suo percorso come antiquaria in uno studio molto accorsato della città…
… ma molto presto si rese conto che non voleva avere qualcuno che la comandasse a bacchetta con tutta la sua arroganza per i suoi lavori e poi prendersi il merito, quindi decise di fare un passo più gratificante per lei, mettersi in proprio con una sua Casa d’aste.
– Dovremmo andare Lena in ospedale, è ora!
Guardò l’orologio
– Hai ragione!
In quel momento squillò il mio cellulare
– Pronto?
Dall’altro lato una voce concitata
– Avvocato mi stanno sfrattando, sono Angelo Della ……. sono sul punto di impazzire, se non venite subito prendo il fucile…
Stupito
– Ma chi vi sta sfrattando?
Affannato
– Non lo so, si sono presentati a nome del proprietario e vogliono entrare in casa…sono confuso e disorientato e mia moglie e i miei figli terrorizzati…
Diavolo
– Non aprire, vengo subito!
La guardai
– Devi andare?
Era triste, invece di risponderle, digitai un numero
– Rodrigo dove sei?
– Sono appena entrato in città!
– Potresti accompagnare Lena in ospedale per piacere ho un urgenza con un mio cliente.
Immediatamente
– Certo! Dove siete?
Gli diedi l’indirizzo del Bar, Lena aveva gli occhi sgranati
– Ma Alfio, perchè proprio lui?
– Perchè avevo un appuntamento con lui, quindi sapevo che veniva in città, poi verrò io a prenderti, non ti preoccupare…
Non era convinta
– Ma lui è il nostro datore di lavoro!
E io
– Ma è anche amico nostro!
Non terminai di parlare, arrivò un auto ad una discreta velocità, era lui, l’abbracciai
– Vai, a più tardi!
Sconfitta, mi baciò sulla guancia
– Vedi chi è la mia forza, sei tu!
Uscimmo insieme e ci dirigemmo lei a destra e io a sinistra del Bar.
Ero concentrato alla guida, con il vivavoce chiamai la polizia spiegando la situazione e arrivammo nello stesso momento, alla vista delle auto della polizia cercarono di svignarsela, ma furono bloccati e identificati, alla fine venne il capo pattuglia
– Per fortuna che ci ha avvertito, sono esponenti della malavita locale e stavano effettuando uno sfratto illegalmente, l’aspetto al comando per la denuncia con il suo assistito.
– Grazie.
Al comando mentre Angelo forniva le esatte indicazioni per la denuncia, chiamai a Rodrigo
– Tutto bene?
– Si, non ti preoccupare, ma che è successo?
Gli raccontai tutto e
– Hai fatto un’opera di bene!
– Non mi piace chi si approfitta della violenza, ora non ti preoccupare, fai quello che devi, hai il ristorante da fornire, ci vediamo al castello.
– Posso rimanere se vuoi.
– No, ti ringrazio, Lena sarà lì per cinque ore, ora arrivo io.
Mi sembrò dispiaciuto
– Va bene!
– Un abbraccio!
Chi era Rodrigo?
Spesso, me lo domandavo anch’io, per uno strano caso della vita lui era un mio compagno al liceo, cinque anni insieme e non conoscevo la sua vita, poi ci perdemmo di vista e fui sorpreso quando venne al funerale di mio padre, alla fine della cerimonia si avvicinò a me, Lena era distrutta e fu portata a casa da amici
– Condoglianze Alfio…
Ero distratto, poi lo vidi e l’abbracciai, fu spontaneo
– Come mai sei qui, da quanto tempo non ci vedevamo, dalla fine del liceo…
Sorrise
– Si, vedi mio padre aveva una grande stima per tuo padre ed era un suo cliente da trentanni…
Meravigliato
– Non lo sapevo!
-…anch’io non lo sapevo, l’ho scoperto solo quando mio padre è morto, tuo padre è venuto al funerale e non mi ha lasciato solo quel giorno, mi ha parlato di te e di tua sorella, mi ha confortato e sono certo che prossimamente ci rivedremo nel tuo studio se ti fa piacere.
All’epoca non avevo ancora deciso cosa fare della mia vita, ma risposi
– Certamente!
Nei giorni successivi e in prossimità della tesi di laurea, mentre studiavo nello studio di mio padre, andando a prendere un fascicolo, trovai un faldone, dietro ad un fascicolo
“Conte Galeazzo della Rosa Bianca”
…e questo fu…
…mi ricordai del cognome di Rodrigo..era Della Rosa…
…e appresi che lui era l’unico figlio e erede di una proprietà cospicua sull’Aspromonte, non solo di terreni, ma anche di proprietà immobiliare, quale un castello e diverse dipendenze e a mio padre erano affidate le pratiche legali e amministrative.
Poi…
… fui preso dagli studi e dalla mia fine laurea e non ci pensai più, ma dopo qualche mese…quando avevo aperto lo studio di nuovo per i nostri clienti, un giorno, alla porta me lo ritrovai davanti
– Ciao Alfio!…
Aveva un’aria sorridente, non dissi nulla, ma mi ricordai immediatamente il faldone
-…come vedi sono stato di parola!
– Vero! Accomodati!
Era venuto con le idee ben precise!
Questo stavo pensando quando arrivai in Ospedale quella mattina, avvertii Lena che ero nella sala d’aspetto e lei mi mandò una foto distesa sul lettino con la terapia in corso e un sorriso rassicurante con la mano aveva il pollice in alto.
Non mi ero reso conto che al mio fianco c’era una signora ultrra ottantenne che curiosando e vedendo la foto
– E’ la sua ragazza?
Mi girai, mi vide ero emozionato
– No, è la mia sorellina!
La mia voce si era incrinata, fui gratificato da un sorriso che difficilmente dimenticherò
– In bocca al lupo.
Mi disse, e io risposi
– Viva il lupo!
Solo allora mi resi conto che difronte a me, era rannicchiata una ragazza, era curva su se stessa e solo al sentire la mia voce, alzò la testa e vidi bene il suo viso, era bagnato di lacrime, ne fui colpito, ma cercai di non farlo notare, facevo finta di guardare il cellulare ma ogni tanto alzavo lo sguardo e la vidi che cercava di ingerire una galletta di riso, quasi nascondendosi, la sua posizione non era cambiata, restava compressa su se stessa…

…segue…

Non sono uno scrittore ma un “sognatore narrante” e questi sono i miei sogni riportati sotto forma di E-Book.
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www.isognidiaraldo.it
caparco.g@tiscali.it

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