Locomotiva 38 – Secondo racconto breve di Araldo Gennaro Caparco -batterista per una notte.

Locomotiva 38 – Secondo racconto breve di Araldo Gennaro Caparco -batterista per una notte.

Quanti viaggi…quante storie si potrebbero raccontare…

…sono figlio di un ferroviere e mio padre desiderava che provassi ad entrare in ferrovia…a nulla valsero le mie proteste…avevo vent’anni e  già un lavoro…ma per farlo contento mi iscrissi ad un  concorso e dopo poco mi arrivò la lettera di partecipazione…dovevo raggiungere Torino…sede del concorso in ferrovia…

…fu un viaggio per nulla tranquillo…

…nel mio scompartimento c’era con me …una famiglia…padre e madre di un ragazzo e la sua fidanzata…provenivano da San Giorgio a Cremano…erano chiassosi e mi facevano compagnia…ma…

…a metà viaggio…

…non si capì più nulla…fummo catapultati gli uni sugli altri…il treno aveva impattato un autotreno ad un passaggio a livello…deragliando…

…per fortuna nessuno dei passeggeri…compresi noi cinque fummo feriti…

…all’epoca non esistevano i telefonini…e…quindi ci dovemmo armare di pazienza e attendere che la rete ferroviaria venisse ripristinata e fu in quell’occasione che familiarizzammo…ci dividemmo quelle poche provviste che ci eravamo portati da casa e fu qui che venni a conoscenza che il giorno dopo,,,

…il ragazzo doveva fare il concorso in ferrovia e la fidanzata di sera doveva esibirsi in un locale a Torino e lui l’avrebbe accompagnata con la sua chitarra…avevano contattato un gruppo che avrebbe sopportato con altri strumenti questa esibizione…con un mini registratore mi fecero ascoltare le canzoni e così passammo quelle ore interminabili d’attesa…mi piaceva il ritmo della batteria..uno strumento che mi affascinava da sempre…e goffamente ne seguivo il ritmo…

…il nostro treno doveva arrivare normalmente a Torino per le 20.00…ma arrivammo dopo un’estenuante attesa solo alle 24.00…a notte inoltrata…

…ci salutammo e visto che la prova d’esame scritta era dopo quella dell’orale della mattina nel pomeriggio…fui invitato al locale…loro soggiornavano da un cugino e mi dissero che mi avrebbero accompagnato con l’auto …

…quella notte dormii poco e male…fui fortunato che il Direttore dei Salesiani mi attese a quell’ora e mi indicò un divano dove avrei potuto riposare…era rimasta l’unica soluzione…perchè non avendo notizie…aveva destinato un posto letto ad un’altra persona in serata…

…dopo la prova del concorso …i miei amici mi aspettavano e dopo poco raggiungemmo Corso Peschiera dove si trovava il locale…ma…quando arrivammo…entrarono nel panico…

…il batterista del gruppo non si era presentato e quindi la ragazza non avrebbe potuto esibirsi…cercarono di contattare altre persone…ma fu un nulla di fatto e fu solo allora che…

“ti ho visto quando ascoltavamo la canzone sul treno che battevi ritmicamente le mani mimando la batteria…”

…lo guardai strano e lui…

“…fallo per noi, dacci una mano alla batteria”

E io

“tu sei pazzo!”

…ma alla fine mi ritrovai dietro ad una batteria…cercando di suonare e…divertendomi un mondo.

Non ho mai dimenticato quella sera, batterista per una notte a Torino.

Araldo Gennaro Caparco

 

 

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