4 Agosto 2021 – Diario di un “sognatore” – “Vita reale”– Terza parte

4 Agosto 2021 – Diario di un “sognatore” – “Vita reale”– Terza parte

Tutto avvenne in poco tempo!

E dopo un salvataggio miracoloso….

da pag.12 a pag.16

“…Ma perché?

Era una domanda che non aveva risposta, ma mi martellava, la guardavo com’era bella, nonostante dal viso traspariva una sofferenza che avrebbe potuto portarla alla morte.

La bombola dell’ossigeno era pronta, mi sedetti su una delle due poltroncine , trattenendo la sua mano e massaggiandola, sentivo che lei sentiva, alle volte stringeva di più con le dita.

Dopo un poco di tempo, sali Richard con delle tazze, con un profumo che in quel momento mi sembrò paradisiaco, aveva fatto del brodo bollente di carne. Si sedette anche lui su una poltroncina e iniziammo a sorbire a piccoli sorsi, la guardava e non aveva il coraggio di parlare, iniziai io:

– Per fortuna che oggi sei venuto, senza di te non ce l’avrei fatta.

Mi guardò sorridendo:

– Sono io che ti devo ringraziare. Senza di te, non avrei mai conosciuto questa bellissima ragazza.

Fui colpito dalla sua sincerità, se ne accorse:

– Scusami , forse non dovevo!

Stavolta fui io a sorridere:

– No, amico mio, sei stato sincero ed anch’io lo sono stato con te, quando ti ho raccontato tutto, ho detto la verità, non una bugia, si le voglio bene, e anche tanto, ma come una sorella, quella che non ho mai avuto, quella con cui non mi sono potuto mai confidare. Il mio amore non è qui, stai tranquillo.

Si illuminò come una lampadina, si alzò e quasi si versava addosso tutto il brodo della tazza, mi venne vicino e mi abbracciò forte, forte.

Solo allora, prese coraggio e sedendosi sulla poltroncina, prese l’altra mano di Anna e la massaggiava come facevo io.

Il tepore della stanza, la stanchezza prese il sopravvento, ci addormentammo, dopo circa un’ora mi svegliai di soprassalto, poi con calma mi resi conto di dov’ero, vidi il mio amico con la testa sulla coperta vicino alla mano che teneva saldamente di Anna.

Mi alzai e scesi nella sala, prima passai per la cucina, diavolo di un Richard aveva messo tutto a posto, era di una pulizia immacolata, così come facevamo a fine servizio nell’albergo dove lavoravamo, poi andai nella sala, il camino sapientemente caricato, aveva bisogno di altra legna e li vicino c’era la pentola del brodo che era rimasta al caldo.

I tavoli erano in ordine, aveva anche spazzato per terra e rimesso tutto a posto. Uscii fuori e cercai la legnaia, presi dei ciocchi di legna d’ulivo, e li portai dentro,vicino al camino.

Non c’era ombra di polvere, ne sulle mensole, ne sui ripiani, era evidente che Anna ci teneva molto, in alcuni punti della sala si trovavano dei portafiori con dei fiori profumati che non davano fastidio. Era lavanda.

Si, era un bel posto.

Ma di chi era? Cosa era successo? Che ci faceva Anna li?

Domande senza risposta, ma dopo un poco sentii un urlo, feci la scala a quattro gradini e mi ritrovai sopra, era stato Richard:

– Che è successo?

– Ha aperto gli occhi, poi ha detto qualcosa e mi ha stretto la mano.

Andai vicino al letto:

– Anna mi senti? Se non puoi parlare, stringi la mia mano.

Ed ecco che le sue dita strinsero.

Avrei voluto urlare di gioia, ma mi trattenni:

– Ascolta. Siamo al ristorante, siamo io e Richard.

Strinse un’altra volta.

– Cerca di aprire gli occhi, non è un sogno.

Niente.

– Anna ascoltami, non sei in un sogno, sono io Rino.

Ecco, apri gli occhi.

Evviva!

– So che non ti ricordi nulla, ma non ti preoccupare, sei in buone mani. Se hai capito batti le ciglia una volta.

Uno!

– Bene, ti stai riprendendo, sei sul lettino sopra alla cucina.

Uno!

– Non ti domandare il perché, poi tutto sarà chiarito, ora riposati.

Uno!

– Se hai voglia di bere qualcosa di caldo, ho fatto un brodino.

Era Richard che aveva preso coraggio:

Uno!

– Rino, come ce lo facciamo bere?

– Semplice, vado giù e prendo una cannuccia al bar.

Mi stavo allontanando, quando:

– Rino

Era Richard che indicava Anna.

Guardai Anna, batte le ciglia due volte.

– Vado io.

E scese.

La guardai e dissi

– Allora so che vorresti buttarmi fuori, e non hai tutti i torti, ma ti prometto che lo potrai fare quando starai bene, capito?

Uno!

Mi misi a ridere e anche i suoi occhi ridevano.

Ritornò Richard e rimase perplesso guardandomi ridere, poi gli raccontai e si tranquillizzò:

– Ora fatti da parte che è il mio turno.

Mi spostai e Anna non fece difficoltà:

– Posso aiutarti io?

Disse Richard

Uno!

– Well, allora fai finta che sei dal dentista

Uno!

– Ecco, io mantengo la tazza e tu tramite la cannuccia bevi, quando ti sei stancata, batti le ciglia tre volte e io la stacco.

Uno!

Che bel quadretto, non avevo mai visto Richard così preso da qualcosa, evidentemente Anna l’aveva colpito e non vorrei sbagliare pure lei non era indifferente.

Bah, chissà!

Scesi in sala e chiamai il medico per raccontargli come si stava evolvendo la cosa, fu molto contento, e mi disse che a questo punto, l’ossigeno non serviva più e che avrebbe mandato qualcuno a ritirarlo. Mi rassicurò che gli esami erano tutti nella norma e che se continuava così tra qualche ore si sarebbe ripresa, mi raccomandò di farle assumere roba leggera per tre giorni senza affaticarla. Lo ringraziai, dissi che avrei fatto come voleva, e lo avrei tenuto al corrente, poi gli dissi di far bussare due volte al campanello che sarei venuto giù con la bombola per riportarla all’addetto che avrebbe mandato.

In un angolo della cucina, notai una piccolissima scrivania e una sedia, con dei quaderni, quelli che solitamente si compilano a fine giornata per il commercialista, sbirciai il primo che era davanti e notai come l’andamento del ristorante era in negativo.

Guardai nei frigoriferi, e notai che pur non essendo proprio ricchi di ingredienti erano ben sistemati e freschi, non c’era nulla di scaduto.

Nella dispensa, pur se minuscola, aveva tutto il necessario e tra le attrezzature del ristorante c’era anche l’abbattitore, elemento indispensabile in un ristorante ma che pochi hanno in dotazione.

Due squilli di campanello, salii sopra, stava ancora sorbendo il brodo, curata da Richard che stava raccontando delle sue esperienze in Inghilterra, presi la bombola e andai all’ingresso, ringraziai e tornai dentro.

Faceva un freddo cane fuori, mi misi vicino al camino e mi addormentai….”

A domani.

Araldo Gennaro Caparco

Info sull'autore

admin administrator

Commenta