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La vita è strana, sempre!
Quando iniziai l’università, dopo la fine degli studi non avevo idea di come sarebbe stata la mia vita, ma non mi aspettavo, che al termine, il mio docente di urbanistica
– Sono talmente soddisfatto del tuo lavoro, ti ho raccomandato al Consiglio d’Amministrazione dell’Università per essere il mio assistente con un contratto a tempo determinato per un anno, che ne dici?
Ecco!
Sono cinque anni che mi veniva rinnovato il contratto, e oggi ho ricevuto la raccomandata di aver vinto il Concorso come Professore associato, ero emozionato, sarei stato il più giovane docente associato, prima di aver compiuto i trent’anni.
Caddi pesantemente sul gradino della portineria dopo aver firmato il registro elettronico del postino
– Si sente bene?
Riuscii con la testa a dire di si, ma in quel momento tutta la mia vita passava davanti chiudendo gli occhi, orfano all’età di diciotto anni, nessun fratello o sorella in supporto, l’unico familiare viveva lontano da Roma in Sicilia e nonostante le sue offerte di aiuto, testardamente decisi di continuare da solo, avevo la casa, piccola, ma era la mia casa.
Mi accollai l’onere di mantenerla e sostenermi, come?
Iniziai a lavorare di pomeriggio in un ristorante a pochi chilometri di distanza da casa, quindi la mia giornata era, la mattina a seguire le lezioni all’università di pomeriggio al ristorante in qualità di tuttofare e la notte studiavo.
Furono anni terribili, specialmente quando arrivava il periodo delle festività, avevo pochi amici, solo universitari, ma erano troppo per me, tutti provenivano da famiglie agiate e non mi sentivo alla loro altezza, quindi accettavo tutti i turni più massacranti di lavoro al ristorante.
Credevo nell’amore, con la A maiuscola, ma di tutte quelle ragazze che avevo conosciuto in quegli anni, nessuna mi sembrava la donna giusta da frequentare e quindi solo il tempo di una frettolosa conoscenza e capire che non era fatta per me cambiavo rotta e obbiettivi.
L’unica mia famiglia furono i gestori del ristorante, spesso Romeo
– Perché continui a martoriarti sui libri, qui da noi hai ricoperto tutti i ruoli e si vede che hai la stoffa del ristoratore…lo guardai stupito
– Si, non fare quella faccia meravigliata, lo sai anche tu!
Diventai rosso
– Ti ringrazio, ma ho un’altra passione…
E mi fermai, continuando a pulire il bancone d’ingresso
– …lo devo ai miei genitori, avevo promesso sul letto di morte di mia madre che non avrei lasciato l’università…
Poi sorridendo
-…e poi l’urbanistica mi ha conquistato!
Scuoteva la testa, non l’avevo convinto, ma era la verità!
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