31 Gennaio 2023 – Una vita a metà.

31 Gennaio 2023 – Una vita a metà.

Una vita a metà.

…”…

Così dicendo indico la mia auto.

Mi girai, non solo per vedere l’auto, effettivamente era parcheggiata malissimo, ma perché avevo bisogno di realizzare quello che avevo appena sentito, la prima che era sposata, la seconda che era la Sindaca e la terza che la mia copertura era saltata, di certo non potevo fare scena muta

– La ringrazio e pur rimanendo sorpreso dalle notizie, volevo scusarmi per il mio commento sulla sua persona, comunque è quello che penso, fortunato suo marito! Mi dispiace di essere così scorretto nel parcheggiare, ma vede sono stato colpito…

Avevo colpito, lei abbassò la testa e

– …dall’albero?

– Si e per uno come me è come aver vinto una lotteria, scusatemi.

Stavolta sorrise

– Basta con le scuse, l’avevo capito non appena ho visto quello che ha appena abbozzato sulla tela.

La guardai, la tela sembrava attendere il colore

– Vedi…

Mi fermai

– Posso darti del tu?

Lei

– Certamente Guido!

Contento

– Vedi Laura sono dispiaciuto che la mia copertura sia saltata, ma non potevo non fermarmi.

– Lo capisco e per quanto riguarda la tua vita privata, puoi stare tranquillo, solo io e mio marito sappiamo di te, gli altri sanno solo che hai acquistato la Torre e sei qui per goderti la nostra città, anche Emma…

E si fermò, cavolo cos’altro mi aspettava

Lei se ne accorse

– Tranquillo, anche Emma ti dicevo risponde a tutti quelli che le chiedono tue notizie “…è un persona gentile ed educata e desidera solo avere pace e tranquillità…”

Mi uscì spontaneo

– Dio sia lodato! Com’è che conosci Emma?

E Lei

– Sono io che le ho proposto quel lavoro dopo aver saputo che cercavi una governante, è una brava persona che purtroppo non è stata fortunata fino ad oggi, ma l’ho sentita l’altro giorno e mi ha detto di essere stata contenta di trovarsi da te, mi ha detto “…sai ha voluto che il sabato e la domenica fossi libera per stare con mia madre, è veramente un brav’uomo…ma tormentato…”.

Non me l’aspettavo, poi di getto

– Sfortunata? In cosa?

Avviandosi verso l’auto

– Se lo desidera te lo racconterà lei, ora se non ti dispiace, sono contenta di averti incontrato e conosciuto, aspettavo di avere un’occasione per augurarti una buona permanenza, ma devo andare in Comune mi attende una Commissione da presidiare.

Impacciato, lasciai cadere la borsa e raccolsi le chiavi per spostare l’auto

– Anch’io sono contento di averti conosciuta e grazie per la tua discrezione, buon lavoro, avremo occasione per rivederci di sicuro.

– Certamente!

Spostai l’auto, la salutai con cordialità e in quel momento capii di aver trovato un’amica!

Raccolsi tutte le mie cose e mi avviai a casa, entrando sentii un profumino che proveniva dalla cucina e senza farmi sentire mi avvicinai, era lì intenta a cucinare, Emma poteva avere sui cinquanta anni, ben portati e le sue pietanze erano favolose, in quel mese ingrassai di qualche chilo e lei era contenta quando ritirava i piatti trovandoli puliti come se fossero usciti dalla lavastoviglie e dopo aver saputo come mi descriveva la vedevo sotto una luce diversa.

Era la regina della cucina!

Non volendo con un piede toccai un porta ombrelli e in un attimo me la ritrovai davanti

– Cosa fai? Mi stai spiando?

Disse divertita

– Chi io?

Mi guardò come se fossi un nipote monello

– Un poco!

Seria ma divertita

– Come mai?

Entrai in cucina e con un cucchiaio assaggiai il sugo che stava cuocendo sul fuoco, la buttai lì con fare distratto

– Ho incontrato la Sindaca…

E mi fermai, notai immediatamente la faccia corrucciata mentre mi toglieva dalle mani il cucchiaio

– E?

– Nulla, mi ha detto che ti conosceva…

– E?

– Null’altro!

Mi sembrò che avesse tirato un sospiro di sollievo

– Bene, ora se ti togli gli abiti da lavoro e ti cambi, tra poco è pronto il pranzo.

Dopo i primi giorni di impaccio con questa nuova figura nella mia vita, una governante, avevo deciso di farle la proposta di mangiare con me e di darci del tu e da allora lei era a tavola con me e chiacchieravamo del più e del meno, mi informavo sugli ingredienti di quello che stavo mangiando, su quello che avrebbe preparato la sera per cena e altro, ma quel giorno mentre stavamo per iniziare  il pranzo non mi rispondeva, alla fine non ne potetti fare a meno

– Così è che non va? Ho detto qualcosa di sbagliato?

Era sul punto di rispondermi quando sentimmo suonare alla porta

– Vado io!

E si alzò.

Dopo un poco rientrò

– I carabinieri, alla porta,  ti cercano!…”…

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