3 Febbraio 2023 – Trilogia – Se devi sognare, esagera! – Secondo capitolo “Il Castello”

3 Febbraio 2023 – Trilogia – Se devi sognare, esagera! – Secondo capitolo “Il Castello”

…”…

Il Maestro aveva con se il cofanetto, in una borsa di pelle, l’appoggiò vicino e stava parlottando con Isa, nel frattempo la mia innata curiosità e quel senso di malessere che sentivo ancora più forte, invece di sedermi con loro, mi portai verso una finestra che dava dalla parte posteriore del salone, anche li era presidiato da alcuni uomini armati.

Ero così preso, che non mi accorsi che qualcuno era entrato, Isa con un colpo di tosse mi richiamò.

Eccolo lo Sceicco, nel suo abito bianco immacolato, una cintura alla vita, portava uno stiletto di cui si vedeva l’elsa che luccicava, un turbate sulla testa di vari colori, entrò con due persone, che stavano ad un passo dietro, aveva si e no cinquant’anni:

-Benvenuti

Un sorriso ampio, sciolse la tensione di quel momento.

Il Maestro si alzò in segno di riverenza:

– Mi dispiace dell’increscioso errore.

E lui:

– Mi dispiace, di non potervi ospitare come dovrei, ma quando sono stato avvertito del ritrovamento del mio plico, ho sentito il desiderio di ringraziare la persona che così velocemente aveva rasserenato la mia esistenza.

Ci accomodammo dopo le presentazioni, e ci fu servito del te, in un servizio di porcellana di una ricchezza incredibile.

Dopo questo rito, in perfetto silenzio, lo Sceicco fece un gesto e si avvicinò uno dei due che erano entrati con lui, porgendo un plico al Maestro, lui fece lo stesso e ne consegno quello in suo possesso:

– Non guarda?

Era lo Sceicco.

-Perché dovrei?

Rispose il Maestro, riponendo il plico nella borsa di pelle così come l’aveva ricevuto.

Si vide lo stupore sul suo viso, poi come se stesse seguendo il corso dei suoi pensieri, iniziò a parlare:

– Erano tre anni che non ritornavo qui, devo ringraziarla non solo di avermi riportato il regalo che domani farò a mia moglie per il 28° anniversario di matrimonio, ma perché mi ha dato l’opportunità di ritornare qui.

Il Maestro, ascoltava rapito il suo perfetto italiano, fece cenno di non capire quello che voleva dire, ma lui:

– Alle volte ci sono luoghi dove non si vorrebbe più ritornare, ero a Capri ieri e per evitare di farle fare un viaggio lungo, ho deciso di venire qui. Sono sceso dalla barca, solo quando i miei uomini mi hanno avvertito via radio che eravate arrivati.

Non potevo, forse non dovevo!

Ma il suo tono che andava abbassandosi sempre di più quasi rotto in gola mi aveva colpito:

– Sono molto colpito dalle sue parole, forse sarò indiscreto, ma posso farle una domanda?

Mi guardò come se mi avesse visto per la prima volta, i suoi occhi si fissarono sui miei, poi quasi come un senso di liberazione:

– Mi dica giovane signore

Non devo balbettare, c’era Isa che mi guardava incredula, il Maestro accigliato in segno di preoccupazione, ed io:

– Ho ammirato il suo Parco, esplosione di colori e aromi, segno di gioia e di cura continua, ma nell’aria non ho sentito la stessa sensazione, è stata solo una mia impressione?

Lo Sceicco si alzò, imponente faceva quasi paura, ad un suo gesto, fece allontanare tutti dalla sala, poi si voltò verso il Parco e disse:

-Sono meravigliato della sua sensibilità, ammiro le persone che cercano di darsi delle risposte e che hanno il coraggio di chiedere.

Mi aspettavo una stoccata che mi avrebbe di sicuro tramortito, ma così non fu:

– Lei ha ragione, quello che ha detto risponde a verità, non so come abbia fatto ma ha colto in pieno il mio pensiero. Si, è vero, non c’è anima, qui tre anni fa ho perso l’unica figlia che avevo…

Volevo morire!

Non era mia intenzione ferire nessuno, ma oramai la frittata l’avevo fatta:

– Signore…

Dissi io.

Lui si girò verso di me, non era arrabbiato, ma quasi sollevato:

– La mattina facemmo colazione in questa sala, eravamo una trentina di persone, erano quasi le 10.00, Yahra espresse il desiderio di fare un bagno prima dell’ora di pranzo, io è la madre acconsentimmo, insieme con le amiche, presero un motoscafo che era ormeggiato e si allontanarono verso il largo, aveva 21 anni. Stavo ancora guardandola dalla terrazza, quando dopo pochi minuti, ci fu l’esplosione.

Si accasciò sulla poltrona, Isa si alzò e verso dell’acqua in un bicchiere, la ringraziò con gli occhi.

– Giuro io non volevo, sono mortificato.

Lo ero veramente!

Non potevo credere a quello che stavo sentendo, cercavo un riparo volevo scomparire all’istante, alle volte il silenzio è la cosa migliore da fare.

Ma come mi era venuto in mente?

– Non è colpa sua, lei non poteva sapere, però mi ha dato l’occasione di liberarmi di questo peso che porto da anni dentro il cuore, non sono arrabbiato con lei, si tranquillizzi.

Solo allora, Isa si accorse che stavo tremando come una foglia, mi venne vicino:

– Non volevi e ne sapevi, stai tranquillo.

Accompagnato da lei, mi sedetti anch’io.

Volevo piangere ma non potevo!…”…

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