29 luglio 2021 – Diario di un “sognatore” – “Il Castello”– Settima parte

29 luglio 2021 – Diario di un “sognatore” – “Il Castello”– Settima parte

Uno spiacevole incidente e …

da pag.51 a pag.54

“…Eravamo quasi arrivati, che strano, c’erano delle persone, una trentina,  all’ingresso e stavano leggendo un biglietto sulla porta, posai l’auto e con il Maestro ci avviammo per raggiungerli, avevo visto la macchina di Riccardo parcheggiata, segno che era andato a prendere Isa e gli altri, ma non li vedevo.

Ci avvicinammo, mi avvicinai all’ingresso e lessi:

“Spiacenti ma a causa di un incidente oggi il Centro Ippico rimarrà chiuso”

Le persone e non erano poche, avevano prenotato da diversi giorni, per festeggiare l’anniversario dei loro genitori, erano amareggiati, ma anche preoccupati, evidentemente erano del luogo e conoscevano Irene.

Non c’è cosa peggiore, che l’attesa per una giornata particolare, e poi vederla sfumare così velocemente.

Leggevo sui loro volti, il dispiacere, ma cosa fare? Presi il cellulare e chiamai Isa:

– Pronto

– Si Rino

– Ma che è successo? Qui fuori ci sono delle persone, dov’è Irene? E mamma Ida?

Silenzio, no buono:

-Allora?

– Un’ora fa circa,eravamo appena arrivati, Irene stava facendo scuola di equitazione a delle persone, un improvviso scarto del cavallo che montava, dovuto ad un passaggio veloce di uno scoiattolo l’ha fatta cadere, mamma Ida che era in cucina, l’ha vista da lontano e si è sentita male. Adesso siamo nell’appartamento di Irene, Riccardo sta prestando le cure per lei e mamma Ida, per fortuna non si è rotta il braccio destro, ma è una brutta slogatura. Mamma Ida ha una tachicardia e non se la sente di aprire il ristorante.

Azz!!

– Sono dispiaciuto! Passami Irene.

– Cosa?

– Fai come ti dico amore mio,prima che queste persone si allontanino.

Dopo trenta secondi, una voce flebile:

– Dimmi Rino

– Mi dispiace per quello che è vi è successo,qui fuori ci sono una trentina di persone e stanno per arrivare altre persone, se permetti apriamo noi la cucina e il ristorante, io e il Maestro.

Il Maestro che aveva sentito tutto, approvò immediatamente, e si avvio a fermare le persone prima che si allontanassero:

– Allora?

– Ma non posso accettare.

– Ascoltami Irene, queste persone sono venute per passare delle ore liete, perché rovinare loro la giornata, ci pensiamo noi.

Fai presto a rispondere!

– Accetto! Non so come farete! La chiave la trovi, sulla finestra di sinistra in alto, dov’è la mimosa, grazie.

Ecco un segno positivo!

– A più tardi, riguardatevi.

Feci un cenno al Maestro di tutto bene, andai alla finestra e presi la chiave, ci scusammo per l’attesa, raccontammo in breve quello che era accaduto e ci presentammo:

– Saremo noi che vi serviremo, benvenuti.

Un applauso liberatorio dei convenuti, sciolse la tensione, li facemmo accomodare.

Eravamo “in pista” io e il Maestro, e vai!!

I tavoli erano già pronti, mentre loro si accomodavano:

– Maestro, ve la sentite?

– Alla grande.

Ci cambiammo rapidamente, io in sala e il Maestro ai fornelli, cosa avrei dato di essere con lui in cucina, non perché mi spaventasse essere in sala, l’avevo fatto centinaia di volte, ma per carpire qualche segreto del suo cucinare.

Prima di tutto, dovetti memorizzare i luoghi del locale, attivai i condizionatori a umidificatori, misi in funzione lo stereo con un audio moderato, poi andai a prendere del prosecco da offrire nell’attesa che il Maestro si organizzasse.

Già, ero preoccupato, ogni cuoco ama la sua di cucina ma in quella degli altri è un’altra cosa, dopo aver servito il prosecco, feci una capatina in cucina:

– Che ne dite?

Era straimpegnato, aveva trovato il menu per la festa dell’anniversario, aveva saggiato le basi e misi in funzione i fornelli, i forni e la salamandra.

Ma come cavolo aveva fatto?

Erano solo dieci minuti e sembrava il padrone della cucina:

– Sei tu, allora quanti coperti abbiamo.

Sorrisi, non perdeva tempo:

– trentadue tavolo 1, anniversario – quattro tavoli da quattro, 2,3,4,5, a la carte più due tavolo 6, a la carte.

Fece un rapido calcolo, lesse i menu della giornata:

– Bene, 50 persone, allora menu unico avverti in sala, eccezionalmente solo per oggi.

Era chiaro, il tempo stringeva non aveva aiuto in cucina, era solo, poteva dedicarsi ad un solo menu per fare le cose ben fatte come voleva lui, con me in sala stava tranquillo.

Con molta discrezione andai in sala, e feci veicolare il messaggio, aggiungendo:

– Il nostro pluridecorato Chef, sostituisce eccezionalmente la proprietaria e in questo caso propone questo menu per tutti in omaggio al festeggiamento in questo luogo di un Anniversario di matrimonio.

Riservai un tavolo per i nostri parenti da 6.

E si inizia la giostra:

– Rino, questo campanello, suonerà appena pronti gli antipasti, mamma Ida aveva preparato le basi, ora ci sarà il mio tocco.

E che tocco!

Trillo il campanello nel frattempo che prendevo l’ordinazione delle bibite, mi sarebbero serviti dei pattini a rotelle in quel momento, ma non li avevo, con tutta la velocità possibile, passai a servire l’antipasto tagliata di salumi e formaggi, diavolo di un Maestro, aveva aggiunto il miele in piccoli contenitori.

Portai le bibite, tagliai il pane, cestini pronti.

Ai tavoli!

Nel frattempo che gustavano l’antipasto, sul tavolo rettangolare in cucina, posizionai i piatti di portata vuoti:

– Vai in sala, dammi il tempo , per la fine dell’antipasto….”

A domani.

Araldo Gennaro Caparco

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