28 Marzo 2023 – Le clienti di Bibò!

28 Marzo 2023 – Le clienti di Bibò!

…”…

  • Kim sei tu?

Assonnata guardai il cellulare, Ester

  • Ester, cos’è successo?

Risata

  • Stavi dormendo?
  • Si
  • Allora svegliati.
  • Perché?

Guardai l’orologio, era mezzogiorno

  • Scusami e che…
  • Dopo, dopo, ora ascolta…

Venni a sapere da Ester, di una persona che aveva chiamato il suo ufficio di collocamento per chiedere di me

  • Com’è possibile?
  • Ascolta…

…e iniziò a raccontarmi, alla fine, meravigliata e incredula, iniziò la giostra… doccia veloce, cambio veloce, dovevo attraversare tutta Roma, avevo il colloquio alle quattordici al Viale delle Scienza n 365, vicino all’Università La Sapienza ed io ero a Monte Sacro, non presi l’auto, mi sarei ingolfata nel traffico del pranzo, chiamai un tassì, il tempo di asciugarmi i capelli, citofono, tassì e via per le strade di Roma, mi risuonavano ancora le parole di Ester

“ E’ stato il tuo vecchio datore di lavoro di New York Bob a fargli il tuo nome, il Dottor Aldomaria Baldo di Petroso, noto commercialista di Roma ha bisogno di un’assistente personale a tempo pieno per tre mesi, ha cercato in giro una sostituta con alcune caratteristiche ed è stato fatto il tuo nome, l’impiego è full time per cinquemila euro al mese più i contributi e l’alloggio gratis, hai due ore per prepararti se accetti, alle quattordici c’è il colloquio, allora che ne pensi?”

Accettai il colloquio senza dire una parola di più!

Ultimo piano, ascensore e due porte, mancavano cinque minuti alle quattordici, mi guardai nello specchio dell’ascensore, avevo messo un vestito a fiori dopo molte perplessità, ma lo ritenevo di buon augurio, me l’aveva regalato mia madre il mese prima per il mio trentacinquesimo compleanno, non dovetti nemmeno bussare, si aprì una delle due porte

  • Prego si accomodi.

In inglese perfetto, ringraziai nella stessa lingua e mi trovai in una stanza finemente arredata con due divani e quattro poltrone, ma vidi poco, osservavo quell’uomo che era davanti a me, poteva avere una quarantina d’anni, brizzolato, vestito Armani, sguardo aperto e sorriso per niente affettato, era un bell’uomo, aveva un fascino particolare

  • Di qua, prego!

Stavolta in francese, nonostante la mia meraviglia risposi immediatamente in spagnolo, avevo capito, ecco cosa stava facendo, stava sondando il mio curriculum, sorrise ed entrai

  • Questo è l’ufficio della mia assistente e di là c’è il mio studio.

Stavolta in italiano, l’ufficio era grande come la stanza all’ingresso, luminosissimo, con ampi vetrate, due scrivanie affiancate e quattro mega monitor e una sola tastiera, arredato con cura con sedie ergonomiche, frigobar e armadi di quercia alla parete.

Il suo studio era in stile inglese, notai due porte  dietro la sua scrivania enorme di rovere, mi fece segno di accomodarmi su una delle poltroncine, era soffice e comodissima, diedi uno sguardo sulla scrivania perfettamente ordinata, c’era il mio curriculum, ci stavamo studiando a vicenda

  • Grazioso il suo vestito!

Non so perché, arrossii senza volere

  • Grazie
  • Amo i fiori portano gioia e felicità al cuore e agli occhi.

La sua voce, mi colpì, era sì severa, ma dolce e poi quelle parole mi colpirono, solo allora notai aveva un piccolo telecomando in mano, si sedette non dietro alla scrivania

  • Avrà notato certamente il suo curriculum sulla scrivania.
  • Si
  • Quindi non le farò un colloquio formale, Bob è stato completo quando mi ha fatto il suo nominativo, desidero solo farle una domanda…

E ora?

  • Ringrazio Mister Bob, ho lavorato bene con lui …

Alzò la mano per fermarmi

  • Lo so bene, ma non è questo quello che voglio chiederle, lei sa mantenere i segreti?

Mi spiazzò, ma chi cavolo pensa di essere questo?  Ecco quello che pensavo in quel momento, lo guardai diritto negli occhi e con un certo impeto

  • Certo!

Dissi stizzita e lui per tutta risposta, pigiò un tasto del telecomando e dall’alto discesero quattro monitor, guardò l’orologio al polso, inutile dire un Rolex d’oro

Mi girai e vidi in uno dei monitor un ufficio più grande della mia stanza, stavano entrando delle persone, tre per l’esattezza e un quarto si posizionò sulla prima scrivania, accese il monitor

  • Dottore siamo operativi.

Rispose

  • Perfetto, buon lavoro.

E si misero a lavorare, chiuse l’audio

  • Quello che vede è il mio ufficio di commercialista sullo stesso pianerottolo, in questo ufficio ci saremo solo noi due e i miei clienti che non avranno mai contatti con loro…

Mi venne spontaneo

  • Dottore Aldomaria…

Mi fermò

  • Solo Dottore, prego.

Mi morsi un labbro, lui lo notò, ma non disse nulla

  • Dottore, ma i suoi clienti…

Capì immediatamente, sorrise, mi piaceva quando sorrideva

  • Mi ascolti Kim….

Alzai la testa, non mi aspettavo di essere chiamata per nome

  • Posso?

Imbarazzata

  • Si, se vuole.
  • I miei clienti non sono persone di malaffare, ma non vogliono essere riconosciuti, poi capirà.

Dissi di sì, ma ero poco convinta, si accese un secondo monitor, era un pianerottolo con una grossa vetrata, c’erano due porte

  • Quella porta alla mia sinistra dietro alla scrivania, porta ad un ascensore per i due appartamenti di sopra, quello di destra è il suo appartamento.

Sgranai gli occhi dallo stupore, si accese il terzo monitor, era la stanza all’ingresso che avevo visto prima e poi il quarto monitor che portava ad un ingresso a piano terra del palazzo

  • E la porta alla mia destra, dietro alla scrivania e di un ascensore che porta all’ingresso secondario di questo palazzo, da dove usciranno i miei clienti.

Mi venne spontaneo

  • Quindi i suoi clienti non si incontreranno mai, nella sala d’aspetto!

Era meravigliato

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