27 luglio 2021 – Diario di un “sognatore” – “Il Castello”– Quinta parte

27 luglio 2021 – Diario di un “sognatore” – “Il Castello”– Quinta parte

Il mio diario, piccoli spunti tratti dal romanzo “Il Castello”. Buona lettura.

Una nuova novità, il Centro Ippico “Il castagno”…e una dolce proprietaria, Irene:

da pag. 35 a pag.37

“…

Azz!

Ero senza parole!

Il Maestro e Riccardo si erano fermati sulla terrazza, feci quello che avrebbe fatto un fratello, andai verso di lui, lo abbracciai forte forte:

– Ce la faremo, vedrai!

Mi guardò, con quello sguardo spento, ma una scintilla scoccò e rimanemmo in silenzio abbracciati.

Ecco perché Isa prudentemente aveva allontanato i bambini, e mia madre complice l’aveva ascoltata. Voleva dare il tempo al fratello di sfogarsi con noi della famiglia.

Isa ci raggiunse:

– Sarebbe ora di pranzo, ma visto che nulla abbiamo preparato, andremo al Centro Ippico, dove abbiamo preso un bungalow per Riccardo e pranzeremo li, ho chiamato e ci aspettano.

Centro Ippico? Altra novità!

Accettai di buon grado senza dire nulla, presi l’auto e ci avviammo. Non era proprio dietro casa, dopo una decina di chilometri, vidi l’indicazione

“Centro Ippico Il Castagno”

In effetti si trovava in un enorme castagneto, ed eccolo davanti a noi, il paddock, il campo per i principianti, le stalle ordinate in due file, poi il corpo centrale, che fungeva da direzione e agri ristorante. Fermai l’auto, nel parcheggio, Riccardo chiese di andare a fare una doccia che poi ci avrebbe raggiunto. Il Maestro non volle lasciarlo da solo, disse qualcosa a Isa, e noi due ci avviammo alla sala.

Dopo l’entrata, notammo una decina di tavoli, perfettamente pronti, c’erano una decina di persone, ad un tavolo che forse festeggiavano qualcosa, Isa decise di usare un tavolo leggermente distante, per poter parlare in pace. Notai, la pulizia e il profumo del pulito, dalle tovaglie alle tende, i bicchieri a tavola erano lucenti, le posate erano nascoste sotto dei copri tovaglioli, un profumo di legna proveniva dalle travi a tutto sesto in alto, era confortevole e caldo.

Ci accomodammo:

– Rino papà ha detto di chiamare Ada.

– Ada?

– Si, vuole vedere se le è possibile raggiungerci nei prossimi giorni.

Aveva ragione, come sempre il Maestro, con le due sorelle vicine, i nipoti e noi tutti, avrebbe avuto di sicuro un giovamento:

– Certo, ha ragione, vuoi che la chiamo io?

– No, ora vado fuori e la chiamo.

Rimasi solo, respiravo aria di cucina, guardai ancora meglio il locale, in fondo sulla sinistra, c’era un vetro e dietro vidi una signora che stava ai fornelli, mi è sempre piaciuta l’idea della cucina a vista, anche al Casolare volevo fare la stessa cosa, poi la vidi, una ragazza stava venendo verso di me, alta, con i capelli neri racchiusi in una cuffia, una camicetta bianca e una gonna a quadroni, con un sorriso:

– Buongiorno, vogliono ordinare.

Quel sorriso incantava, era contenta, erano entrati altri clienti e non si faceva remore a farlo capire, mi destai:

– Buongiorno, si certo. Solo un attimo che arrivano tutti, se vuole può dirmi il menu e io lo trasmetto agli altri. E complimenti per la sala perfettamente arredata e pulita.

Se avesse potuto avrebbe sorriso ancora di più, in quel momento entrò Isa:

– Mia moglie.

– Buongiorno.

– Buongiorno, ma lei non era venuta prima con un altro uomo?

Isa, divertita dalla mia faccia, le sorrise:

– Si, sono venuta con mio fratello, lei è la proprietaria del Centro.

– Si, scusatemi, non volevo.

Mi piaceva questo duetto, era ovvio che Isa si era accorta che la ragazza mi aveva colpito e quindi volle mettere subito in chiaro le cose. Nel frattempo io avevo avuto la possibilità di scrutarla senza farmene accorgere, volto pulito, 28 anni circa, un’ombra di rossetto sulle labbra e un corpo da amazzone. Non c’era nulla da dire era proprio una bella ragazza, mediterranea.

– Allora vi dico il menu, per primo spaghetti al limone o ravioloni castagne e ricotta con sugo semplice, per secondo carne arrostita con contorno di insalata o salciccia e patate al forno.

Semplice, semplice:

– Grazie, aspettiamo gli altri, allora.

– Vi porto qualcosa da bere nel frattempo.

Accettammo di buon grado e se ne andò, silenziosamente come se fosse in una sfilata, la stavo guardando.

Isa mi diede una gomitata:….”

A domani.

Araldo Gennaro Caparco

 

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