27 Aprile 2020 – Quattordicesima puntata: “Una seconda opportunità” di Araldo Gennaro Caparco

27 Aprile 2020 – Quattordicesima puntata: “Una seconda opportunità” di Araldo Gennaro Caparco

“Le storie sono magiche. La nostra capacità di essere umani è raccontare storie. Le storie uniscono le persone e ti rendi conto che anche gli altri hanno le tue stesse paure, hanno i tuoi stessi sogni. Le storie creano empatia e danno una “ragione di esistere”

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27 Aprile 2020…

Quattordicesima puntata: “Una seconda opportunità”.

…un mio nuovo “romanzo spontaneo sgrammaticato” in diretta web ogni settimana, cinque pagine da condividere con voi!!

Prossima puntata il 4 maggio 2020.

Araldo Gennaro Caparco
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…festeggiamenti, avevano una certa età e si vergognavano, conoscevano tutto quello che mi era accaduto negli ultimi mesi e solo la settimana prima Rosa
“Deciditi, non puoi continuare così, ti ammalerai”
Ed ora eccomi qui!
Entrai nella trattoria
– Padron Rino!
Mi girai stupito, guardai meglio, era Liam
– Liam!
Il nostro abbraccio fu spontaneo e violento al tempo stesso, non riuscimmo a parlare nessuno dei due
– Allora!
Ci girammo, era Rosa sorridente, aveva però gli occhi lucidi, mi rifugiai tra le sue braccia e lei in un orecchio
– Bentornato, vieni.
Salutai Liam e per mano ci avviammo verso la cucina, incurante degli sguardi dei clienti curiosi, ai fornelli c’era Nino
– Guarda qui chi è arrivato?
Era Nino, lo riconoscevo anche di spalle per la sua stazza, buffo con quel cappello rovesciato sulla testa, si all’incontrario, si girò con una frusta in mano, stava sbattendo delle uova, mi vide, la frusta saltò dalla mano rovinando sulla cucina e spargendo lembi di uovo dovunque
– Dio santo, allora è vero!
E in un attimo ci ritrovammo abbracciati tutti e tre e forse per la prima volta mi sentii sereno, anche la stanchezza era passata, ma Rosa, dopo che avevo rifiutato di mangiare qualcosa, mi fece accompagnare da Nino nella stanza di sopra, in quel momento realizzai che mi stavano aspettando, tutto era in ordine e su un tavolino, c’era un termos e dei pasticcini, tant’è che rivolto a Nino
– Ma…
Sorrise
– Domani Rino, domani, ora riposa!
E se ne andò!
Dormii come un sasso, fui svegliato dal trillo di un messaggio sul cellulare, lo presi al volo e una lacrima scese senza far rumore, sulla mia posta certificata era arrivata una notifica di una denuncia di diffida per l’episodio davanti la mia ex casa e di seguito una convocazione a trenta giorni al Tribunale della Sacra Rota per l’inizio della procedura per l’annullamento del matrimonio, non era possibile, mi sembrava di impazzire, ero stato proprio io a chiedere che si facesse la doppia funzione, civile e religiosa e Nina era d’accordo, e ora?
Non era bastato il divorzio civile, anche l’annullamento, ma perché?
Iniziai a singhiozzare piano, poi sempre più forte, presi un cuscino e tamponai la bocca per poter urlare senza essere sentito da nessuno, avrei perso tutto, anche mia figlia!
Alla fine, cercai di ricompormi e scesi giù in sala, guardai l’ora, era quasi mezzogiorno, tutti erano impegnati a preparare il servizio per il pranzo, ma quando Rosa mi vide
– Madonna santa, sei bianco come un cencio, Nino vieni adesso!
Mi trascinò verso un tavolo al lato opposto dalla cucina, Nino arrivò affannato, ma il fiato si fermò non appena mi vide
– Che ti è successo?…
Raccontai tutto, feci vedere il messaggio e poi li misi al corrente delle ultime notizie, erano a bocca aperta e Rosa ogni tanto cercava di tranquillizzarmi con la sua mano sulla spalla, ero arrabbiato, deluso, frastornato, oramai sconfitto.
Rosa e Nino, nei giorni successivi, avevano cercato in ogni modo di tranquillizzarmi, lei mi offrì un posto di lavoro in cucina, ma non volli accettare, cercai di mettermi in contatto con Nina, ma non rispondeva alle mie chiamate o per meglio dire il suo numero di cellulare e quello di casa, non erano più attivi, chiamai Didier, più volte, lasciai un messaggio sulla segreteria, ma non ebbi risposta, mi allontanai dalla trattoria, non perché mi dava fastidio, Nino e Rosa si comportavano come dei genitori per me, ma avevo bisogno di stare da solo, trovai un monolocale al lato opposto della città, per dieci giorni provai e riprovai, chiamando anche al ristorante dove ero stato il direttore, ma la risposta fu sempre la stessa
“Non sappiamo nulla, il proprietario è in viaggio con la famiglia.”
Prima di andar via Nino mi chiese se avesse potuto fare qualcosa per me, e io
– Trovami un lavoro!
Rosa
– Ma tu puoi rimanere qui, un lavoro c’è per te lo sai!
L’abbracciai
– No Rosa, non ci riesco oggi, forse un domani, ma oggi no, grazie.
Tramite Nino diedi l’incarico ad un avvocato di patrocinarmi alla Sacra Rota, solo per accettare l’incarico versai cinquemila euro, per fortuna avevo ancora da parte i soldi dell’assicurazione del camper e del food truck, senza mi sarei visto perso, per ora stavo utilizzando i risparmi che avevo sul conto corrente a Marsiglia, frutto del lavoro come direttore del ristorante, accarezzai l’idea di recarmi di persona a casa, ma il viaggio per Marsiglia sarebbe costato e quindi dovetti desistere, poi un giorno
– Pronto.
– Rino sei tu?
Era Didier riconobbi la voce, non riuscivo a parlare
– Rino?
Ispirai tanto fiato da gonfiare un pallone
– Si, finalmente!
– Come stai?
Non risposi
– Scusami se non ci siamo sentiti prima, ma solo oggi ho potuto chiamarti…
– Perché?
Silenzio
– Didier, perché? Ho chiamato Nina, l’ho chiamata a casa, sul cellulare, ho chiamato te e nessuno rispondeva, perché? Come sta mia figlia, lo sai che tra dieci giorni devo presentarmi per la causa di annullamento del matrimonio davanti ai giudici della Sacra Rota? Ma cosa sta succedendo, perché tanto accanimento? Non bastava il divorzio?
Sentivo solo il respiro lievemente affannato
– Parla, ti prego!
Solo allora
– Denis.
Stupito
– Cosa Denis?
– Ha fatto tutto lui e se potesse farebbe in modo di mandarti in galera pur di non vederti più…
Urlai
– M perché’ ? Cosa gli ho fatto io?
Non mi rispondeva
– Didier?
– Stamattina è partito per tornare a Marsiglia, noi siamo ancora a Stoccolma, dopo il tuo ultimo gesto a Marsiglia per contattare Nina siamo partiti per una crociera nei Mari del Nord, l’altro ieri siamo arrivati qui e lui aveva già programmato di acquistare un locale per un ristorante e ha coinvolto Nina in questa ricerca, lei ora non è in albergo in giro per vistare dei locali con la tata e Nives con un agente immobiliare…
Lui parlava ma io non lo sentivo, solo quando parò di lei e di Nives
– Come stanno?
– Nives chiede spesso di te tra l’amore della mamma e la disperazione del nonno, Nina spesso è assente, non riesce ancora a credere che tu possa averla tradita, è provata, ma suo padre riesce sempre in qualche modo a tenerla impegnata, più d’una volta mi ha chiesto se fossi a conoscenza di qualcosa su di te, le ho detto quello che sapevo…
Ero contento, stava pensando a me allora
– Lo sa che sono in Italia?
Silenzio
– No!
– Perché non glielo hai detto?
– Non ho avuto la possibilità!
Stava dicendo una bugia lo sentivo
– Didier cosa devo fare?
Sentii un sospiro
– Ecco, questa è la domanda giusta, ascolta mi hai raccontato tutto quello che è successo e se le cose sono andate veramente così, devi dimostrarlo…
Ecco dove voleva arrivare!
– …lo so che è difficile, ma è l’unico modo.
Piangevo in silenzio!
In sede del tribunale Nina nemmeno era presente, c’era solo il suo avvocato per procura, l’avvocato della famiglia, ma venni lo stesso a conoscenza tramite Didier che non aveva avuto modo di vedere le foto, vietate dal padre e la sentenza emessa fu il definitivo tagliarmi fuori dalla famiglia, non ero mai esistito e non avevo il permesso di vedere mia figlia, feci subito opposizione al Tribunale presso la Commissione Europea, entro sessanta giorni avrei ricevuto la risposta, mi sembrava di impazzire, come poteva essere che non ricordavo nulla?
Dopo il consiglio del mio avvocato di non essere presente alla Sacra Rota, caddi in depressione, la sentenza per annullamento fu confermata, l’avvocato mi disse che c’erano delle prove schiaccianti della mia infedeltà chiesi e ottenni, dietro il pagamento degli oneri di norma, notevoli, tra l’altro di ricevere copia delle prove, quando le vidi, 10 fotografie, rimasi senza parole, ritraevano quello che non riuscivo a ricordare e c’eravamo solo noi due, io e Sima, due corpi nudi, ma guardando meglio mi resi conto che su sette fotografie delle dieci, erano false, non ero io, galvanizzato dalla scoperta tentai di mettermi in contatto con Nina, con Didier, ma nulla, i numeri di telefono risultavano liberi o sconosciuto quello di Nina.
Misi al corrente il mio avvocato, ma fu lapidario
“E’ la vostra parola sulla sua, dovete dimostrarlo per poter richiedere il rifacimento del processo!”
Non era possibile che accadesse tutto ciò, non riuscivo a farmene una ragione e più volte tentai di mettermi in contatto con mia figlia, ma inutilmente, ero sull’orlo di fare una sciocchezza, volevo scomparire dalla faccia della terra, suicidarmi forse era l’unica soluzione, avevo perso tutto, cosa mi rimaneva?
Ma la provvidenza non si era dimenticata di me!
Nino riuscì a trovarmi un lavoro, Rosa continuava a pregarmi di lavorare con lei, ma non volli, accettai il lavoro, era a tempo determinato come operatore ecologico per tre mesi, quello che mi spinse ad accettare fu il mio aggrapparmi alla vita e l’amore per mia figlia Nives, dovevo tenermi impegnato e così accettai i turni più faticosi e meno appetibili per gli altri, lavoravo dalle due di notte alle dieci di mattina, riposavo solo due ore per poi andare a cucinare alla mensa dei poveri all’altro lato della città di Parma, preparavo pranzo e cena e servivo ai tavoli quando c’era bisogno, tornavo a casa distrutto, poche ore e ritornavo al lavoro, al Mercato Generale, si proprio quello dove avevo iniziato la mia attività con il food truck.
Nei primi giorni nessuno si accorse di me, poi qualcuno iniziò a farmi domande,
“Sai assomigli molto….”
“Ma tu sei già stato qui…”
Ero imbarazzante, ma dopo qualche perplessità accettai di rispondere alle domande senza entrare in ulteriori particolari, ma evidentemente le mie risposte non avevano esaudito la curiosità di qualcuno dei miei vecchi compagni di mercato, si informarono e mi resi conto dopo qualche giorno che sapevano tutto di me e della mia storia sfortunata, furono gentili con me, mai una parola sul passato, mi “adottarono” senza mai lasciarmi da solo, così dimostrarono il loro affetto nei miei confronti.
Non avevo più notizie da due mesi da Marsiglia, provai a chiamare Didier, ma non rispose, ma il giorno del mio compleanno, venni chiamato nel pomeriggio dal capo turno
– Ho un grosso problema.
– Ditemi?
– Potresti anticipare il turno di stanotte?
– Perché?
Era stato sempre gentile con me, era lui che mi aveva assunto
– C’è stata una manifestazione presso il Pro Consolato inglese in Corso Stati Uniti, ho bisogno di personale per ripulire, ci sono solo due addetti sul luogo, so che oggi è il tuo compleanno, ma….
– Vado!
Era contento
– Grazie, avrai il doppio della paga per questa giornata.
– Grazie…..
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…la prossima puntata il 4 maggio 2020…buona lettura…

 

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