25 Marzo 2023 – Mistero ad Olbia.

25 Marzo 2023 – Mistero ad Olbia.

…”…

Ecco quello che stavo pensando su quella panchina in aeroporto, quando per un caso, mentre fumavo una sigaretta all’esterno, vidi al di la del vetro, una ragazza, un flash, era particolare, aveva dei lineamenti vagamente familiari, pensai di essermi sbagliato, lei uscì fuori, era vestita in modo casual, scarpette di ginnastica, pantaloni larghi neri, una camicetta bianca e sopra un giubbino di jeans, borsetta tipo borsello a tracolla, si sedette su una panchina a circa dieci metri da me, non riuscivo a vederla in volto e dopo essersi preparata una sigaretta, iniziò a giocare con un gattino randagio, lo chiamò e lo accarezzò, lui faceva le fusa, ma i capelli a cascata non mi davano l’opportunità di vederla bene, solo quando alzò la testa e il gattino scomparve alla vista, si scostò i capelli, fu solo allora che mi ricordai, era lei, ma non feci in tempo ad alzarmi.

Ricevette una telefonata, spense immediatamente la sigaretta, si guardò intorno e si diresse dentro, ero ancora imbambolato, la vedevo, era corsa agli arrivi un uomo alzò la mano, lei corse e lo agganciò come sanno fare solo le donne innamorate,   saltandogli addosso in un attimo, cingendo tutte e due le gambe all’altezza del suo torace, abbassai lo sguardo ma era forte la mia curiosità,  volli vedere ancora, l’uomo automaticamente lasciò il borsone e la sorresse per le natiche e… in un attimo si trovò a terra con una pistola puntata sulla fronte all’altezza degli occhi, in pochi secondi arrivarono di tutto, polizia, carabinieri, fu ammanettato e scomparvero,  ed anche lei scomparve.

Non mi ero ancora ripreso da quella scena vissuta in diretta, ascoltai l’altoparlante stavano chiudendo il mio imbarco, mi avviai velocemente, guardandomi intorno cercandola, ma non c’era più, sull’aereo comodamente in prima classe mi apprestai a passare quell’ora di distanza tra la mia vecchia routine e il nuovo incarico, avevo portato con me un libro, per ingannare l’attesa, ma non lo presi, stavo pensando a lei, mi ricordava una ragazzina che avevo conosciuto in oratorio tanti anni prima, eravamo a messa con tutti gli altri oratoriani, al momento della preghiera dei fedeli, ero emozionato, era la prima volta, ero stato scelto per un brano da leggere ed ero leggermente intimorito dalla platea della chiesa, fu lei, con un fermacapelli buffo nei capelli neri come la pece a farmi forza, mi diede la manina “Ce la faremo, andiamo!” e così,  forte di quella sicurezza dovuto a quel contatto, andai alla grande,

Pianse tanto quando le comunicai che partivo vent’anni fa, da allora non l’avevo più vista e sentita!…”…

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