25 luglio 2021 – Diario di un “sognatore” – “Il Castello”– Terza parte

25 luglio 2021 – Diario di un “sognatore” – “Il Castello”– Terza parte

E fu l’inizio di una nuova avventura.

da pag.16 a pag.18

“…

– Ci sto lavorando.

Risposi al Maestro.

Quella del Maestro non era una domanda, ma un’esortazione a muovermi. Aveva deciso con i figli di compartecipare con il premio dell’assicurazione israeliana di 250.000 euro per il ritrovamento del plico, ora aspettava che io decidessi.

Non fu solo lo sceicco a prendere una decisione, ma fui coinvolto anch’io, nei giorni successivi, mi misi in contatto con il geometra, il quale mi diede la sua valutazione, chiamai Enzo e anche lui, mi mandò un progetto di massima, entusiasta dell’idea.

La trattativa con l’ex farmacista fu molto veloce, e andammo io e Isa a fare l’atto notarile, il Maestro fece i calcoli per la ristrutturazione secondo i piani di Enzo, e decidemmo di prendere una villetta a Pimonte per seguire i lavori.

Oramai eravamo prossimi all’estate, in città si boccheggiava, e quindi l’idea di trasferirci momentaneamente in una località montana ma anche vicino al mare fu gradita anche da Isa e dai gemelli.

La villa che prendemmo in affitto era molto grande, e chiedemmo anche a mia madre di darci una mano, cosa che accettò con piacere, stando con i nipotini, avevamo anche una stanza per gli ospiti, e quindi ogni tanto potevamo anche ospitare la sua cara amica Anna Maria S..

Con l’aiuto del geometra, venni poi a conoscenza che era il fratello del sindaco in carica, prendemmo in esame alcune ditte per appaltare i lavori.

Quel giorno avrei dovuto esaminare la proposta di tre ditte locali, mi avviai presto per godere della frescura del mattino, e mio recai allo studio del geometra, fuori notai un signore con un turbante, pensando che era una persona in cerca di informazioni, mi avvicinai:

– Cerca qualcuno?

I suoi occhi mi colpirono, erano di un nero incredibile, i suoi vestiti odoravano di essenza, mi guardò:

– No grazie, sto aspettando il geometra.

Mi stupii del perfetto italiano, se ne accorse:

– Sono in Italia da venticinque anni e di età ne ho solo trenta.

– Ah ecco!! Se vuole si può accomodare ho le chiavi.

– No grazie, ho un appuntamento ma è per le 10.00, non voglio disturbare.

Strano pensai, sono le 8.00, deve essere una persona precisa:

-Come vuole, buona giornata.

-A lei.

Entrai, iniziai a studiare i documenti e le domande che avrei dovuto fare, nel frattempo arrivò il geometra, ci mettemmo subito al lavoro, alle 9.00 arrivò la prima ditta. Non mi fece una buona impressione, le sue risposte erano vaghe, i tempi di realizzazione pure, dissi che avremmo fatto sapere. Alle 9.30, la seconda ditta, il suo fare era un tantino presuntuoso, rispondeva quasi a tutte le mie domande, ma quando mi parlò “di protezione” lo liquidai.

Ero leggermente infastidito, chiesi di avere un caffè, poi limai le domande, per evitare parole inutili e risposte altrettanto inutili e passammo alla terza ditta.

Grande fu il mio stupore di vedere quella persona del mattino, accidenti l’aveva detto che aveva un appuntamento per le dieci, il geometra prima di farlo entrare mi disse che non aveva mai lavorato con questa ditta, ma un suo caro amico gliela aveva consigliata.

Lo salutai e lo invitai a sedersi, mi ringraziò, mi diede dei documenti, iniziai a fargli quelle domande sempre le stesse, quasi erano diventate una litania, se i dipendenti erano coperti da assicurazione, se era iscritto nella lista della Camera di Commercio, quali referenze aveva sul territorio, quanti erano i dipendenti, qual’era la paga oraria e se era disponibile da subito ad iniziare, a tutto rispose con una concisione e precisione, allora:

– Sig.Sachib, le passo a specificare di quale lavoro si tratta.

Così facendo, mi avvicinai alla sua sedia, srotolai il progetto, e con la mano destra iniziai a fargli vedere i lavori da effettuare.

Successe tutto in un attimo, non mi seguiva, non mi stava a sentire, era solo ipnotizzato, dal mio anello, quello che lo sceicco mi aveva regalato.

Cercai di attirare la sua attenzione, ma mi resi conto che all’improvviso aveva chiuso gli occhi e stava pregando, io e il geometra ci guardammo meravigliati, ma con rispetto rimanemmo muti per quei pochi minuti.

Poi come si fosse risvegliato, si alzò:

– Signore, accetto tutte le sue condizioni, da domani possiamo essere al lavoro, sarà per me un onore servirla.

– Ma…

– Lo ripeto, sarà per me un onore servirla, cercheremo di ridurre i tempi di lavorazione….

A domani…

Araldo Gennaro Caparco

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