25 Febbraio 2023 – Il faro di Ondina!

25 Febbraio 2023 – Il faro di Ondina!

La Vita è strana, la Vita è bella!

Quando tutto crolla intorno a te il destino trova il modo di farti rialzare, basta un annuncio:

“Vendesi faro di Zitrichy – Islanda”

E tutto ricomincia!

…”…

Il giorno del Capodanno, non so come e ne il perché, mi ritrovai sul molo Beverello, era la passeggiata preferita di mio padre, mi diceva sempre “da qui possiamo vedere i fuochi di tutta la città senza farci male”, ed era vero, da lontano seguivo i fuochi nei vari quartieri della città, ecco, il Vomero, Posillipo, Piazza Plebiscito, i Quartieri spagnoli erano meravigliosi e in acqua tante barche, dalla più piccola alle più eleganti e su ognuna si festeggiava la fine dell’anno.

Non so perché, ma guardandole, pensai a mio padre, mi convinse a prendere la patente nautica “Potrebbe sempre servire!” mi diceva, ed io in tutti quegli anni mi ero aggiornato sempre ed avevo partecipato a tutti i corsi che la capitaneria del porto organizzava per gli associati, ne andavo fiero.

Perché no!

Perché non propormi come pilota di qualche cabinato?

Mentre guardavo i fuochi dell’anno che andava via, decisi di presentarmi in capitaneria il giorno successivo, era quasi l’alba, inutile tornare a casa, avevo già le valigie pronte, Ester mi aveva mandato un messaggio “Se non sai dove andare, qui c’è sempre un posto per te, lo sai”, mi voleva bene, la ringraziai e con quest’animo passai la restante parte della notte nei pressi della capitaneria di porto.

Alle cinque di mattina arrivarono quelli delle pulizie, ero intirizzito dal freddo, mi notarono subito, ero come un pulcino bagnato e rattrappito seduto su una panca, una signora gentile

– Aspetta qualcuno?

Dissi di no con la testa, non avevo la forza di parlare

– Allora?

Mi feci forza

– Aspetto che apre la capitaneria.

Dissi battendo i denti

– Benedetto figliolo, qui congelerai, vieni entra dentro con noi, almeno sarai al caldo.

– Grazie.

E mi trovai nella sala d’aspetto della sede, sentivo in lontananza delle voci, la guardai interrogativamente

– Sono quelli che hanno fatto il turno di notte, stai tranquillo, li avverto io.

Iniziai a prendere calore, con degli spiccioli, dalla macchinetta automatica, un latte bollente con il caffè e iniziai dopo poco a riprendere colore, non riuscivo a stare fermo, le gambe si erano quasi atrofizzate e quindi percorrevo tutto il salone avanti e indietro, stando attento a non dare fastidio a loro che stavano pulendo, guardavo i tabelloni dove c’erano i comunicati e uno in particolare attirò la mia attenzione

“Vendesi faro di Zitrichy – Islanda”

Non avevo nulla da fare, erano da poco passate le sette di mattina, ci voleva un’altra ora prima che la Capitaneria aprisse gli uffici, con il cellulare iniziai a fare delle ricerche sul faro e a mano a mano, iniziai ad incuriosirmi, era su un isolotto completamente disabitato, collegato alla terra tramite una striscia di rocce e pietrisco, un faro di colore rosso e si vendeva con una foresteria con tre stanze da letto.

Il faro era in vendita da un mese e il bando di concorso terminava alle 9.30 del 2 gennaio del nuovo anno, la cifra era notevole, era stato messo all’asta inizialmente per cinquantamila euro, il costo era arrivato dopo il terzo ribasso a dodicimila euro, guardai le foto, certo non era in buone condizioni, ma mi piaceva, un attimo di distrazione e mi cadde il cellulare, aprendosi in due e spargendo per terra il contenuto, un’idea pazzesca iniziava a girarmi in testa, ma ci vollero altri due caffè per diventare lucido, cercai di aggiustare il cellulare, lo accesi e si aprirono gli sportelli della capitaneria, erano tre, il mio era il secondo centrale, guardai meglio e vidi una faccia conosciuta, era un vecchio marinaio, pronto ad andare in pensione, da lui dovevamo rivolgerci ogni volta che dovevamo vidimare la patente nautica

– Buongiorno Tenente.

Mi guardò, poi mi riconobbe

– Leon sei venuto a vidimare la patente nautica?

Ero imbarazzato, quasi sottovoce

– Si, ma non solo…

Lui si avvicinò al vetro dello sportello

– E…

Presi la patente nautica dal portafoglio, gliela passai

– Volevo anche una informazione?

Lui la prese, stava scrivendo i dati e mi ascoltava

– Vorrei rispondere ad un annuncio, quello che si trova in bacheca.

Solo allora alzò la testa ed io con la mano stavo indicando la bacheca

– Quale delle tante?

– Il faro!

La penna si spuntò e lui mi guardava con gli occhi fuori dalle orbite

– Quello di Zitrichy?

Con la testa dissi di si

– Ti vuoi suicidare?

Rimasi a bocca aperta, senza parole, poi risoluto

– Si!

Dopo lo stupore del tenente della Capitaneria, riempii i moduli per partecipare all’asta, dovevo attendere il giorno dopo per sapere l’esito e quella sera tornai al ristorante da Ester, le raccontai tutto, era esterrefatta ed io eccitato, lei senza parole

– Ma davvero?

Annuii contento

– Tu sei pazzo!…”…

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