L’avevo fatta grossa e non riuscivo a capacitarmi, era meglio zittire e con quella domanda avevo messo indifficoltà tante persone.
Le gambe mi tremavano e non riuscivo a guardare in faccia le altre persone, ma nel momento di congedarci…
…un regalo inatteso:
da pag.6 a pag.7
“…
Mentre stavamo per salutarci, venne il mio turno, ero pallido e sentivo che le gambe non mi sostenevano, feci uno sforzo per raddrizzarmi, lo Sceicco, mi guardò e poi, rivolto al Maestro e a Isa:
-Avviatevi con il fattore, vorrei scambiare due parole con vostro genero.
Gli altri erano stupiti, ma come si fa a dirgli di no, si avviarono.
Eravamo rimasti solo io e lui, rientrammo, mi fece sedere e:
Mi guardava fisso:
-So che in questo momento non ti perdonerai mai per quello che hai fatto, so che aspetti una reazione anche dai tuoi familiari, ma so anche che è stato il destino che ha voluto farti arrivare qui.
Finalmente alzai la testa, era serio non stava scherzando:
Ero sbalordito:
-Ho visto quando dal capanno qui sopra hai fatto delle fotografie e di certo non avresti mai immaginato di ritrovarti qui per altre cose. Quindi, questa è la seconda volta, di certo avevi in testa qualcosa quando l’altro giorno hai ammirato questo posto e ho visto quando stavate per arrivare nel salone, la tua aria ammirata e triste. Questo è stato che ti ha dato il coraggio di pormi una domanda, avevi altre aspettative e non avevi delle risposte.
Le sue parole avevano un effetto calmante, riacquistai colore, ma non riuscivo a capire che cosa voleva dire.
Evidentemente ero un libro aperto per lui, si alzò, apri un cassetto di una scrivania, e:
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