22 Settembre 2023 – A.G.M. – Affetto Geneticamente Modificato – Romanzo di Araldo Gennaro Caparco

22 Settembre 2023 – A.G.M. – Affetto Geneticamente Modificato – Romanzo di Araldo Gennaro Caparco

2022, otto anni dopo.

Sono all’aeroporto di Capodichino, devo fare solo due fermate, il tempo di passare a via Posillipo dal Notaio e al Cimitero Monumentale di Poggioreale.

Chi l’avrebbe mai detto?

Tornare a Napoli dopo otto anni passati negli Stati Uniti, mai avrei immaginato di trovarmi qui adesso, esco e l’afa del mese di giugno mi coglie impreparato…

già…

… oramai sono abituato a vivere in ambienti con l’aria condizionata a palla e tra un trasferimento e un altro in aerei dove bisogna indossare il golfino anche d’estate per le temperature basse nell’abitacolo.

Mi avvio verso la postazione dei tassì e dopo un attimo mi trovo a guardare con occhi diversi la mia città, già quella da cui mi sono allontanato dopo la morte della mamma, il cuore si stringe al suo ricordo, era una mattina di fine giugno, prossimo alla fine dell’anno scolastico e lei professoressa nel Liceo più conosciuto e invidiato di Napoli, la mattina mi aveva salutato dicendo

– Allora, nel fine settimana andiamo a Sorrento, sei con noi?

Disse rivolta verso mio padre, immerso nella lettura del giornale

– Alfio, mi hai sentito?

Spostò la pagina degli esteri

– Ma certo cara, andiamo a Sorrento!

Soddisfatta si rivolse verso di me

– E tu?

L’adoravo e nonostante la mia età, quasi ventidue anni, ero innamorato di quella donna, forte e energica quando ci voleva, dolce e mamma sempre

– Si mamma!

Venne per darmi un bacio sulla fronte

– Oggi…

– Vado a ritirare la tesi rilegata a Portici e la deposito in segreteria per la seduta di laurea, la prossima settimana.

Mi abbracciò

– Non posso crederci, hai bruciato tutte le tappe, e poi…

La guardai contento e riposi

-…si vedrà!

Solo allora mio padre spostò il giornale

– Lo sai che potrei darti una mano, vero!

Già, mio padre lavorava presso l’Ambasciata Americana a Napoli come addetto stampa, più volte mi aveva esortato a fare domanda per uno stage all’estero ed io gli avevo sempre risposto

“ Dopo la laurea.”

Ma adesso era il momento, ero prossima alla seduta di laurea, non potevo rimandare oltre

– Farò domanda papà!

Soddisfatto, si alzò e si diresse verso la sua scrivania, prese un foglio e me lo portò

– Se vuoi firma qui.

Lo guardai sorpreso e lui

– Ero certo che avresti accettato!

Vidi la mia richiesta già pronta e senza tentennamenti firmai.

Lui soddisfatto

– Verrà registrata oggi, auguri figlio mio.

Guardai mamma interrogativamente

– Sapevo già tutto!

Mi alzai per abbracciarli e poi come i grani del rosario uscimmo di casa in tre…

…non sapevo quella mattina che a fine della giornata…

… saremmo rimasti in due!

Nascosi il viso, le lacrime scendevano senza che io potessi fermarle, il tassista se ne accorse

– E’ da tanto tempo che manca da Napoli?

Era l’anima dei napoletani, il loto istinto, il desiderio di confortare una persona che sta piangendo seppur sconosciuta, annuii e lui soddisfatto

– E’ bella la nostra città, unica al mondo.

Non poteva sapere cosa mi stesse passando per la testa, ma era contento delle sue parole, lo lasciai fare, la prima fermata fu dal Notaio, chiesi di attendermi al tassista, il tempo di salire e ritirare delle chiavi e scesi, appena entrato

– Al Cimitero di Poggioreale per favore.

La sua faccia lasciva trasparire tutto il suo stupore, ma poi riprendendosi con una certa riverenza

– Subito, signore!

Quando arrivammo, guardai l’orologio non appena uscii dall’auto, avevo solo mezzora prima di prendere il prossimo aereo

– Potrebbe attendermi, ho un volo tra poco.

Stupito

– Già riparte?

Era leggermente deluso

– Si, mi attendono a Bari stamattina.

Aveva gli occhi stralunati

– Certo!

Volevo pagare in anticipo la corsa già effettuata, ma lui

– Mi offendete signore, ci vediamo dopo.

E mi aprì il cofano.

Presi una sacca delle due che avevo con me e non potetti fare a meno di guardarlo

– Posso aiutarla?

– No grazie, devo depositare una cosa e torno.

Quando arrivai alla Cappella della mia famiglia, non avevo più saliva, aprii con le chiavi e tolsi dalla sacca l’ulna con le ceneri di mio padre depositandole nella cripta di fianco a quella di mia madre, tutto era già stato scritto sulla lapide, cercavo di non guardare la tomba di lato, avevo paura di sentirmi male, poi mi feci coraggio e ad alta voce

– Ecco, era quello che avevi desiderato, riposare in pace vicino a lei!

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