22 Febbraio 2023 – Tesla.

22 Febbraio 2023 – Tesla.

Nulla è impossibile, basta volerlo!

…”…

Mi venivano mille domande, ma notai che non aveva fretta, le versai dell’acqua e ringraziò, ci stavamo studiando a vicenda

– Cosa ci fa una persona come lei qui a Napoli?

Non se l’aspettava

– Curo i miei interessi, come questo locale e insegno.

Ero stupito

– Insegna? E cosa?

– Relazioni internazionali alla LUISS di Napoli.

Colpito e atterrato, una professoressa, così giovane

– Si, mi sono laureata a 22 anni, poi dottorati di ricerca, la cattedra e ora mi suddivido tra Napoli e Palermo. Ho 37 anni compiuti da poco, e tu?

Avrei preferito che non lo facesse, ma per fortuna arrivarono le pizze che avevamo ordinato ed ebbi il tempo di organizzare una risposta

– Ho 40 anni, da due investigatore privato, prima direttore delle relazioni internazionali per dieci anni di una grande  multinazionale a livello mondiale.

E lei

– Licenziato per un riassetto organizzato!

La guardai, con un boccone a mezz’aria

– Ovvio, avete preso le vostre informazioni.

– Dammi del tu, dovremo lavorare insieme su questo caso, che dici?

– Hai ragione, esatto!

– Ma che non si è perso d’animo e ha iniziato da capo.

– Si.

Sapeva tutto di me, e io, niente di lei!

Quasi come avesse potuto leggere nella mia mente

– Andrea è stato il miglior errore della mia vita, ero sbronza quella sera, uscivo da una brutta avventura amorosa finita male, avevo trenta anni, incontrai per caso in quel locale, il nostro istruttore della scuderia, si approfittò di me e rimasi incinta, mio padre avrebbe voluto che abortissi, ma non lo feci, ma volle fortemente un contratto pre matrimoniale e io accettai e feci bene. Ci sposammo, non per amore, ma lui dopo beveva solo fregandosene di me e del bambino, quando realizzò che nulla avrebbe avuto del mio patrimonio, rapì l’unica cosa bella che avevo, mio figlio.

E qui, si fermò, mi alzai e le porsi un fazzoletto

– Grazie, sono tre anni che lotto per riaverlo, ma nulla.

Ero colpito, la sua freddezza nel raccontare, mi metteva i brividi

– Separazione e istanza di divorzio, ed eccomi qui.

– Ma il decreto per l’affidamento del figlio?

Alzò la testa

– Ti sei informato?

– Si

– Si è stato emesso, ma i miei tentativi, sono falliti, il console non può intervenire, per ottemperanza alle leggi locali e qualche emissario legale da me inviato, è finito in ospedale.

Ecco perché!

– Perché pensi che io sia in grado di riportartelo?

Si eresse nella sua bellezza e fierezza

– Non lo so, lo sento! Dopo aver parlato con il tuo professore, dopo che ti ho conosciuto a Catania e qui alle clarisse, sento che puoi farlo se vuoi.

Disse quelle parole con una certezza che io non avevo, ma ne ero orgoglioso, se avessi potuto l’avrei presa tra le mie braccia, era bella , troppo bella.

Aspettava e mi guardava

– E’ incredibile, tutto quello che sta accadendo qui, io e te qui in questa pizzeria, accetto il caso solo se mi dai carta bianca.

Si rilassò, era sbigottita

– Hai un piano?

Non volevo mentire, no, non potevo

– No, ma mi organizzerò.

Scrisse velocemente un numero di telefono su un biglietto e me lo diede

– Questo è il numero del mio fidanzato Leonardo, per qualsiasi cosa, lui farà in modo di darti una mano.

La guardai, certo poteva essermi d’aiuto, ma in pochi secondi decisi

– No, grazie.

Era stupita

– Perché no?

La guardai diritto negli occhi

– In questo caso, non voglio che altri entrino, più siamo e peggio potrebbe essere, ti chiedo carta bianca, poi per il resto sarò in contatto solo con te.

Non so perché, ma sapere che era fidanzata mi aveva gelato, ero anche un poco arrabbiato e quindi dissi quelle parole con una certa durezza.

Lei continuava a fissarmi, la sentivo ma nessun muscolo si muoveva, era di ghiaccio.

– Vuoi carta bianca, e sia! Voglio mio figlio!

Senza staccarle gli occhi

– Se qualcosa dovesse andare male, io e te non ci conosciamo.

Stavolta, le cadde la forchetta dalle mani

– Ma come?

Mi alzai, stendendo la mano destra

– Sei d’accordo?

Alzandosi

– Devo esserlo, non capisco alcune cose, ma il mio desiderio di avere Andrea, è più forte. Sono d’accordo!

Ci stringemmo la mano, le sorrisi e andai via.

Ma si può essere più coglioni di così?

Avevo accettato un incarico al buio, ma dentro di me, sentivo che stavo facendo bene,  guardai l’orologio, erano le 14.00, mi dovevo avviare, Ivan veniva alle 15.00, mentre camminavo facevo il numero del Professore

– Pronto

La sua voce, indimenticabile

– Sono Lino.

Silenzio

– Hai accettato l’incarico.

– Si

– Sei certo di quello che fai, quella è gente che non scherza.

– Ho avuto il miglior professore d’Italia, non ho paura.

Silenzio, poi con voce bonaria

– In bocca al lupo. Per qualsiasi cosa chiamami.

– Sarà fatto…”…

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