2 Agosto 2021 – Diario di un “sognatore” – “Vita reale”– Prima parte

2 Agosto 2021 – Diario di un “sognatore” – “Vita reale”– Prima parte

“Vita reale”, con questo romanzo si conclude la Trilogia – Se devi sognare, esagera! 

Un paesaggio incontaminato, boschi centenari, un luogo da favola…e dopo una curva…

da pag.1 a pag.3

“…ci stiamo recando al ristorante che mi è stato segnalato e che non conosco.

Richard è impaziente di arrivare, e più volte mi chiede :

– Quando arriviamo?

– Presto!

Sorrisi, presi l’ultima curva della strada che portava al Convento, poi iniziai a scendere in una piccola serie di curve, ed ecco in basso si poteva notare una costruzione quasi delimitata da due strade parallele, si intravedeva un grosso stagno, poi un’area con delle panchine, a ridosso un’area per il parcheggio e poi una costruzione.

Iniziai la discesa e dopo poco mi trovai all’ingresso della struttura, non c’era nessuno, entrai con l’auto e la parcheggiai vicino ad altre tre macchine in sosta.

– Ma come è possibile?

– Cosa?

Dissi io.

– Questo! Siamo in mezzo ad un bosco, su una piccola montagna, un allevamento con delle trote e che trote!

Risi, ci eravamo fatti la stessa domanda.

– Chissà, sarà una caratteristica del luogo.

Scosse la testa e la montagna dei suoi capelli rossi seguiva l’onda che si formava.

– Ma non avevi fame?

Si risvegliò:

– Certo! Andiamo.

Seguimmo il corso di un viottolo con acciottolato, alla fine tre gradini e vedemmo l’insegna, sobria ed elegante, era raffigurato un antico pozzo con relativo secchio alla fine e sotto

BENVENUTI

Al Pozzo

Entrammo e lo scambio termico tra l’esterno e l’interno, mi fece appannare gli occhiali, fu buffo, per alcuni secondi non vidi nulla solo la nebbia, Richard si accorse che stavo per prendere una caduta su un gradino e mi mantenne in piedi.

Fui fortunato, il gradino certamente mi avrebbe fatto fare un grande ingresso con il sedere per terra.

Lo ringraziai con gli occhi, ma era ancora tutto appannato, vidi e non vidi, una persona che veniva verso di noi e ci guidò ad un tavolo vicino al camino.

Il tepore finalmente sciolse la cortina, mi guardai intorno, la sala non era molto grande, forse circa 80 posti a sedere, tutta rivestita in legno, c’erano delle credenze antiche ai lati di una porta sulla destra, il soffitto era formato da travi in legno, il camino era certamente antecedente alla nuova costruzione, grande, con dei portali robusti in pietra e grande, come piaceva a me.

Sulla sinistra c’era un’altra porta, dove in alto si poteva leggere a lettere grandi,

SERVIZI e INGRESSO POZZO.

I tavoli erano per quattro persone, larghi ed abbondanti, con delle tovaglie in lino bianche sopra ad altre a quadretti rosse e bianche, tutti erano completi di accessori come bicchieri e posate, nel muro delle cripte con bottiglie di vino ed altre cose.

Era gradevole, mi piaceva!

Richard, si allontanò per andare a lavarsi le mani ed io nel frattempo, avevo notato una ragazza che si stava muovendo tra i tavoli occupati, sparecchiando.

Lo faceva con insolita leggerezza, senza fretta, era di spalle e potevo ammirare la sua gonna e camicetta in nero la gonna con un grembiule bianco e la camicetta bianca immacolata, i lunghi capelli neri riuniti a torcia sulla testa ponevano in risalto un collo piuttosto lungo.

Ma quando di girò, mi venne un colpo!

Mi alzai di scatto, prima che potesse accorgersene, coprendomi la faccia e i capelli con le mani e mi fiondai verso i servizi, entrai con una tale forza che se avessi incontrato qualcuno lo avrei di certo buttato di nuovo dentro, nei pressi di uno dei water presenti. Per fortuna non accadde, arrivai trafelato ai lavandini, dove Richard si stava lavando le mani con una certa meticolosità, tipica di cucina.

Mi guardò come se mi avesse visto per la prima volta:

– Rino, ma che succede?…”

A domani.

Araldo Gennaro Caparco

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