18 luglio 2021 – Diario di un “sognatore” – “Il Maestro”– Sesta parte

18 luglio 2021 – Diario di un “sognatore” – “Il Maestro”– Sesta parte

La tensione del momento si poteva tagliare con un coltello, Isa guardava nel vuoto, tremava e solo quando sentì la mia giacca che le copriva le spalle, si risvegliò, si era sbloccata:

da pag. 92 a pag.94

“- Sai ieri sera mi ha stupito, quando hanno citofonato, ha aperto subito, mi ha chiamato”Isa c’è qualcosa per te” ed è venuto ad aprire la porta con me. Li per li non ho fatto caso, ma in un altro momento avrebbe detto, qualcosa, mi avrebbe domandato qualcosa, ma era li sornione vicino a me. Quando aprimmo e ricevette la pergamena, l’apri e me la fece vedere sorridendo. Sapeva che qualcosa sarebbe arrivato o che sarebbe successo qualcosa. In silenzio ci mettemmo a tavola, mi guardava e non commentava, dopo aver aperto i cartoni della pizza,subito “questa è per me” e mi guardava aprire l’altro “e questo è per te”. Ero meravigliata, dissi “ma coma ha fatto”, mi guardò, “ma non c’era un altro pacchettino”, lo aprii e usci l’orchidea, e lui prima di iniziare a mangiare disse “ben fatto!”.

Presi il mio cellulare, glielo diedi:

– Guarda qui

Lesse e sorrise:

– E’ stato lui?

– Si, lui mi ha fatto sapere che sareste tornati la sera ed io ho fatto il resto.

Sgranò gli occhi!

– Ma quando, come?

– Con una scusa mi ha chiamato nel pomeriggio e mi ha detto che sareste rientrati.

– Grande papà!

– Vero.

Suonò il cellulare, ammutolì, poi la vidi raggiante:

– Era mio fratello, ci sono riusciti!

Ci abbracciammo!

Fu un attimo!

Vi è mai capitato di sognare e di non desiderare di svegliarvi. Ecco!! Sentivo il suo corpo, il suo profumo, le sue braccia, mi sentivo sicuro, invincibile.

Ma durò poco, troppo poco, Isa riprese subito il controllo, io no, ero inebetito!

Squilla il cellulare di lei:

– Si..hai saputo…si da Riccardo…siamo qui fuori in attesa di notizie…sei arrivata…ti chiamo tra un minuto.

Isa mi guardò:

– Mia sorella è arrivata a Napoli

Non è che non l’avevo sentita, ma ero ancora così preso da quell’abbraccio che non mi ero ancora ripreso, evidentemente dovette intuire qualcosa:

– Rino

– Dimmi

– Mia sorella è arrivata a Napoli

Mi svegliai:

– Vado a prenderla

– Ce la fai, abbiamo passato la notte in bianco

Non potevo perdere quell’occasione, veramente non avrei voluto lasciare lei li da sola, ma prendere o lasciare:

– Non ti preoccupare, solo promettimi di chiamarmi se ci sono delle novità.

Sorrise:

– Sicuro, mi dispiace, le posso dire di prendere un taxi

– Sicura

Prese il cellulare:

– Ada, viene un mio amico a prenderti…come?…no è Rino…si quello…mi ha aiutato stanotte per papà…si è stato con me stanotte in ospedale…te lo passo…

Mi diede il cellulare:

– Pronto

-Salve sono Ada la sorella di Isa

– Si lo so, mi dica

– La ringrazio per il pensiero, ma devo chiederle un grande piacere, rimanga li con lei, sono più tranquilla, potrebbe accadere qualsiasi cosa e non vorrei che fosse sola.

– Come vuole

– Grazie, ci vediamo tra poco.

E agganciò!

– Che succede?

– Nulla, mi ha ringraziato per la mia disponibilità ma ha detto che ha già provveduto e sta per venire.

Giuro, non ho detto una bugia!

Ho solo modificato le parole, ma il fine era stare con lei, inutile dire che ero contento, non l’avrei mai lasciata da sola. Lei di sicuro aveva capito che era stata la sorella a dissuadermi per non lasciarla da sola, ma non disse nulla. Andai alla macchinetta e presi due caffè, erano necessari, per entrambi. Pregavo che non accadesse nulla a Giacinto, erano solo poche ore che lo conoscevo, ma mi ero affezionato, certo era anche il padre di Isa, ma già da venerdì notte ero stato attratto dalla sua personalità e sicurezza. Sarà che ho perso mio padre troppo presto e solo il pensiero che potesse accadere ad un’altra persona, a me cara, mi faceva stare male. Solo, quell’abbraccio, mitigava in parte tutto quello che stava accadendo e in cuor mio speravo ardentemente che nulla capitasse.

Si apri la porta:…..”

A domani….

Araldo Gennaro Caparco

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