11 Febbraio 2023 -18 Febbraio 2023 – Da Vanni – “Soloprimi”

11 Febbraio 2023 -18 Febbraio 2023 – Da Vanni – “Soloprimi”

Ogni promessa è debito!

Mi è stato chiesto da più parti, di conoscere la storia della nascita di questo romanzo “Da Vanni- SoloPrimi” così come ho già fatto con la “Trilogia – Se devi sognare, esagera!”.

Ed io non mi sottraggo con piacere!

Ero in viaggio per raggiungere Torino, ma le condizioni atmosferiche erano turbolente, tant’è che il treno ad alta velocità dove mi trovavo, fu instradato su una linea ferroviaria secondaria e rimanemmo bloccato in una anonima stazioncina Alleria, fu facile la battuta per molti, dopo circa mezzora di fermo e nell’impossibilità di scendere dal convoglio, che non c’era nulla da stare allegri.

Qualcuno andò in escandescenza, qualcun altro pensò bene di tirare il freno di emergenza per far aprire le porte, fu un caos!

Quando fu ristabilita una parvenza di calma, non potendo fare altro, iniziai a scorrere i dieci vagoni che formavano il treno e fu proprio in quelle lunghe passeggiate che ebbi l’ispirazione per scrivere questo romanzo, dai finestrini notai in lontananza, su una collina una chiesa che ogni quarto d’ora ci ricordava il tempo che passa, su una panchina quasi all’ultimo vagone stessi per diverso tempo ad osservare una ragazza, incurante del vento notevole, stringeva a se delle valigie zeppe di adesivi, sintomo di un lungo viaggiare.

Sembrava in attesa, ma intorno a lei, c’era il nulla del nulla.

Fui colpito!

E qui iniziai a immaginare, chi mai poteva essere? Chi mai aspettasse in quelle condizioni? Quale poteva essere la determinazione che la teneva legata a quella panchina come un ancora di salvezza?

L’attesa in quella stazione si prolungò oltre misura, la compagnia, si rese conto che non poteva lasciare i suoi passeggeri da soli e quindi estese il beneficio di usare il carrello portavivande per tutti, ma non tutti ne furono felice, anche perché era ora di pranzo e quindi la domanda che veniva di frequente rivolta al personale di bordo, era se ci fossero dei primi caldi.

Ecco, da questi piccoli dettagli, iniziando quello stesso giorno la scrittura, dopo qualche mese, dopo ricerche e studio, nacque questo romanzo e sono orgoglioso di averlo proposto, dove c’è tanto Amore, Passione, Avventura e Commozione!

Non sono uno scrittore, ma solo un sognatore!

Sognate amici e la Vita vi sembrerà più sopportabile!

Araldo Gennaro Caparco

Le prime pagine potreste leggerle gratuitamente  sul mio sito web

http://ebook.simpliweb.it/prodotto/da-vanni-soloprimi/

…”…

Mi aspetta una giornataccia, ieri era il mio giorno di chiusura, ma oggi riapro la trattoria e non ho ancora preparato nulla, l’avrei potuto fare ieri, ma sono andato a lavorare alla Grotta dopo aver pulito e lavato i pavimenti della trattoria e tornato tardi, giusto il tempo di preparare una cena leggera e buttarmi sul letto stanco in un sonno profondo ristoratore.

L’aria esterna si sta riscaldando, non bastano i finestrini abbassati, aumentò la velocità, ecco va meglio, prima di preparare devo passare per la Grotta e lasciare i giunti che ho appena preso.

La Grotta si  trova distante quasi tre chilometri dal centro abitato, su una montagna che sovrasta la nostra valle, la strada è agevole e panoramica, tutti tornanti e poi lassù quasi in cima, la spianata, grande come un campo di calcio, da li un sentiero piuttosto largo ma impraticabile per le auto porta alla Grotta dopo cinquecento metri.

Nello spazio antistante, su un mio progetto, stanno lavorando degli operai ad una struttura sopraelevata li dove dovrà essere montato l’altare e il baldacchino per la statua della Madonnina, eccezionalmente e solo per il giorno di ferragosto viene spostata dalla sua sede a cura della Confraternita di cui faccio parte per poi ritornare a sera nella sua sede naturale, la Grotta.

Si narrano due leggende su quel luogo:

– la prima racconta che due giovani pastori, un uomo e una donna, mentre si trovavano ai loro pascoli sul monte, furono presi un giorno alla sprovvista da un furioso temporale, erano con i loro ovini e caprini, impauriti trovarono riparo con le loro bestie nella grotta. La leggenda vuole che rimasero per una settimana, in attesa che il tempo migliorasse. Nel frattempo i giovani nel consolarsi a vicenda si innamorarono ed erano prossimi a congiungersi, quando due capre in un combattimento per la sovranità sul branco, fecero crollare una parte della grotta e venne scoperta una statua alta due metri, miracolosamente intatta che aveva due simboli in mano, sulla destra una colomba e sulla sinistra un similcuore. Nel vederla, furono così colpiti che non completarono la congiunzione carnale, la tempesta terminò all’improvviso, il cielo si illuminò con un sole splendente e i due corsero al villaggio per raccontare del ritrovamento della statua. Dalla cronaca orale e poi scritta nei secoli, vengono raccontate le nascite miracolose, frutto delle preghiere di donne che si rivolgevano a Lei per concepire un figlio;

–  la seconda, invece, racconta che al tempo esisteva un uomo gigantesco che andava di villaggio in villaggio, alla ricerca delle vergini e con le maniere forti riusciva a deflorare quelle donne. Nel piccolo villaggio, solo una ragazza era in età da marito e quando seppe che l’uomo si stava dirigendo verso il villaggio, si nascose sulla grotta del monte. L’uomo riuscì con minacce e percosse a conoscere il suo rifugio e la trovò, stava per portare a termine il suo turpe desiderio dopo aver tramortito la giovane in una giornata di pioggia torrenziale, quando, un fulmine penetrò nella grotta colpendo una parte e mettendo in luce la statua. L’uomo fu colpito dalla luce e si fermò, fu talmente abbagliato dalla statua, diventò cieco e uscì urlando dalla grotta e nessuno più l’ha rivisto. Un pastore nelle vicinanze sentì le urla della giovane e corse soccorrendola e insieme portarono la notizia al villaggio della scoperta della Madonna.

Qualche secolo dopo,  facendo dei lavori di consolidamento della volta della cripta, nel spostarla si scoprì a metà agosto, una scritta in oro sotto al basamento “Madonna virgo fecunda” e da allora si festeggia con canti e balli nella giornata di Ferragosto.

Avevo studiato e progettato una struttura agile e aperta che voleva raffigurare un fulmine caduto sulla terra e i giunti mi servivano da congiunzione delle rette tubolari per completare la coreografia….”…

 

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