11 Dicembre 2022 – Trilogia – Se devi sognare, esagera! – Secondo capitolo “Il Castello”

11 Dicembre 2022 – Trilogia – Se devi sognare, esagera! – Secondo capitolo “Il Castello”

Il Castello

Eravamo quasi arrivati, la strada era quella ne ero certo, alla fine della discesa dalla collina, il Maestro mi fece notare, degli uomini armati.

Già che ci facevano li in mezzo al nulla?

La mercedes, filò veloce e la macchina di scorta a ruota, terminammo la discesa, ci portammo sulla statale, dopo il capanno di vimini, c’era una stradina seminascosta, con una sbarra, si alzò immediatamente per poi richiudersi velocemente.

Tenevo la mano di Isa stretta nella mia, era completamente rapita dal panorama, ma non diceva nulla, la maternità dei gemelli, l’aveva resa ancora più bella, i lineamenti si erano rassodati un poco, ma lentamente stava ritornando come prima.

Aveva un completo bianco di pantaloni e camicetta, mettevano ancora più in risalto i capelli biondi che scherzavano sul suo petto ad ogni fruscio d’aria.

.-  Ohhhhhh

Era Isa:

– Ma è uno splendore!

Eravamo quasi alla fine della strada e si intravedeva il Castello in fondo, anche il Maestro era incuriosito, l’unico non tranquillo ero io.

Non mi chiedete il perché, non c’era nessuna ragione apparente, ma non ero sereno.

Scendemmo tutti dalle auto, i quattro della scorta si posizionarono all’ingresso del Parco, n attesa c’era un signore dall’età direi sui settant’anni, ci aspettava:

– Benvenuti, lo Sceicco vi sta aspettando.

Ecco chi era uno sceicco!

Ma come ho fatto a non pensarci, il porto, la squadra a disposizione, la strada sulla collina, gli uomini armati.

Mentre venivamo accompagnati, verso l’ingresso del Castello, la persona ci illustrava le culture del corridoio centrale del viale:

– Qui alla mia destra c’è un limoneto, protetto dalla rupe di sopra e dai canneti, a sinistra, il giardino delle spezie, diviso in grandi rettangoli, protetti dalle piante mediterranea, fanno ombra quando il sole è alto, di seguito il roseto voluto dalla Signora dello Sceicco e di lato l’agrumeto con vari tipi di piante.

Era un posto da favola, non c’è che dire, colori a profusione, profumi inebrianti, tutto curato e ordinato, Isa si fermò ad ammirare dalla terrazza, vicino all’agrumeto, il mare sottostante, cristallino, da sopra si vedevano le rocce sommerse dall’acqua, poco distante c’era un grosso yacht, ormeggiato, segno del fondale molto alto.

Non so quanti di voi hanno letto David Copperfield di Charles John Huffam Dickens , ma quel signore mi aveva dato una brutta impressione, da quando l’avevo visto l’ho paragonato a Uriah Heep, il cattivo, il subdolo di quel bellissimo racconto, il modo di comportarsi, il parlare sommesso, la schiena incurvata in segno di umile servilismo, mi aveva dato fastidio.

Poi un’altra cosa mia aveva colpito, il Parco era stupendo, ma era come se non avesse un’anima, era come una cartolina che si acquista per mandare i saluti, l’una vale l’altra, non c’erano segni di utilizzo, era vuoto!

Un senso di smarrimento, ecco quello che sentivo!

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