1 Novembre 2022 – Il faro di Ondina!

1 Novembre 2022 – Il faro di Ondina!

Descrizione

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le prime dieci pagine…

…da pagina 11:

– Scusami.

– Scommetto che tu sei quello di cui tutti parlano in questi giorni.

Stralunato

– Cioè?

Sorrise

– Sei tu che hai comprato il vecchio faro?

Stupito

– Si!

Non mi dimenticherò mai quella risata, fu travolgente, gli uscivano le lacrime agli occhi, poi guardandomi si rese conto che ero sbiancato

– Scusami, tutti parlano di te qui.

– Perché?

– Perché, dicono, solo un matto poteva aver fatto una cosa simile.

E fui affondato, senza ritegno, iniziai a piangere come un disperato, non riuscivo a fermarmi, poi sentii qualcuno che mi massaggiava le spalle, era Aki, si era alzato e cercava di confortarmi

– Dai Leon, non fare così!

Ma ebbe l’effetto contrario, il pianto non diminuiva, sentii che si allontanava e poi il rumore di qualcosa di vetro messo sul tavolo, era una pinta di birra

– Bevi, ti farà bene!

Dimesso, seguii il suo consiglio ed ora era seduto di nuovo davanti a me e senza volerlo, raccontai tutto quello che mi era successo al faro e quello che mi aveva portato in Islanda, un guizzo nei suoi occhi, quando venne a sapere che mia madre era islandese, ma poi nulla, rimase muto fino alla fine

– Cavolo!

Fu la sua prima esclamazione, poi

– E’ terribile! Ma adesso dobbiamo andare a dormire, domani ne riparleremo.

E si alzò, io meravigliato e sottovoce

– Non so dove andare!

E abbassai lo sguardo, mi vergognavo tanto

– Di questo non ti devi preoccupare, almeno per stanotte, il mio compagno Igor è fuori potrai dormire nella sua stanza qui da me sopra.

E senza aspettare risposta, mi prese quasi di peso e mi portò sopra nella stanza, non dissi nulla, non avrei mai immaginato che fosse un gay e questo non mi preoccupava per nulla, mi accompagnò nella stanza

– Ecco qui, a domani, dormi adesso, buonanotte, io sono qui di fianco tranquillo.

Tolsi il cappotto e così vestito senza scarpe mi addormentai profondamente.

Impiegai diversi minuti quel mattino a svegliarmi, non capivo inizialmente dove mi trovassi, poi realizzai e con un’agitazione addosso aprii la porta, c’era un bigliettino

“Sono al porto Aki”

Guardai l’ora, era quasi mezzogiorno, uscii fuori un sole splendente si rifletteva sulla neve candida, la mia jeep era diventata bianca, in fondo al di la della strada c’era il porto, posai il trolley in auto e mi avviai, c’erano tante persone in movimento, barche che partivano e tornavano, scaricando le cassette di pesce appena pescato nella baia, riconobbi il salmone, il merluzzo, le cozze blu e altri molluschi tra cui delle vongole giganti, poi vidi Aki, stava aiutando a scaricare un battello

– Ciao Leon, ben alzato.

Di fianco c’era un uomo che sorrideva

– Questo è Igor, il mio compagno.

Saltai sul battello e strinsi la mano ad entrambi

– Grazie per stanotte.

Igor

– Aki mi ha raccontato tutto.

Ero stupito!

Aki

– Troveremo una soluzione vedrai.

E continuava a scaricare, in tre impiegammo meno tempo e mentre Igor contattava i prezzi con delle persone, Aki mi prese in disparte sulla prua del battello

– Ascolta, stamattina ne ho parlato con il sacerdote di te…

Cosa?

-…ha ascoltato tutto, poi mi ha dato appuntamento per le quindici al convento.

– Ma…

– Nessun ma Leon, ti daremo una mano, io e Igor siamo d’accordo.

– Grazie, non mi aspettavo un aiuto, grazie.

Non disse nulla, una pacca sulle spalle e finito di vendere tutte le cassette di pesce, facemmo colazione sulla barca, Igor cucinava bene, mangiammo una zuppa di pesce veramente squisita, feci rifornimento alla jeep e poi con loro due ci avviammo verso il convento, il panorama era meraviglioso, da un lato la baia e alle spalle il ghiacciaio e dall’altro lato una montagna e in mezzo sulla striscia il faro, dopo una strada tortuosa, arrivammo al convento, mi resi subito conto che quei due erano di casa, conoscevano tutte le suore che incontravamo e tutte avevano un sorriso incontrandoli, alla fine arrivammo ad una costruzione di fianco alla chiesa, Igor chiamò

– Padre?

Disse ad alta voce e dalla sagrestia uscì un uomo di una certa età, minuto ma quando si avvicinò fui colpito dai suoi occhi, erano luminosi

– Così sei tu …

Non lo feci terminare

– …il matto del faro, Leon!

Sorrise, mi prese sottobraccio e dopo aver fatto un gesto ai miei due amici di seguirlo, ci incamminammo in un lungo corridoio

– Vedi Leon, ti posso dare del tu?…

– Certo!

– Sono padre Robert, qui da trenta anni e ti posso assicurare che tutto quello che capita qui a noi umani è sempre opera sua…

E alzò gli occhi al cielo, interdetto…

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Araldo Gennaro Caparco

#iosonounsognatore

 

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