…”…
Eravamo al primo maggio, iniziava il caldo, quella mattina stavo in canottiera e pantaloncini corti, a spaccare la legna nella stalla, con la radiolina, mia inseparabile amica che era posizionata sulla mia frequenza preferita, quando
– C’è nessuno?
Inizialmente non realizzai, poi
– Sento una musica Lia, vieni che proviamo.
Stavolta sentii perfettamente
– C’è nessuno?
Usci dalla stalla, ero buffo con l’ascia in mano, pieno di residui di legno, sudato come non mai
– Chi è?
Dissi dalla stalla, non ricevendo risposta, uscii fuori, scesi due gradini e mi trovai in cortile e li vidi, erano quattro persone, due ragazzi e due ragazze, stavano scattando delle foto, e davanti a me, una ragazza
– Non volevamo disturbare
E vidi lo sguardo rivolto all’ascia
– No, non disturbate, stavo tagliando la legna, un attimo.
Imbarazzato, riposi l’ascia sull’uscio della stalla, mi spolverai sommariamente il pantaloncino e la maglietta e tornai fuori, la ragazza che aveva parlato, aveva un vestitino a fiori a maniche corte, con una generosa scollatura che lasciava intravedere il reggiseno e per un gioco malizioso della luce del sole, si intravedevano le gambe fino all’inguine in trasparenza, si accorse del mio sguardo e chiuse le gambe
– Scusateci, siamo di passaggio!
– No, prego, in cosa posso esserle d’aiuto.
Stavolta sorrise, il mio tono l’aveva colpita
– Siamo arrivati qui sotto e la macchina si è fermata, siamo saliti sopra, c’era una persona, l’abbiamo interpellato, non ci ha nemmeno salutato.
Era di certo quell’imbecille di Giulio, non dava confidenza a nessuno, tranne che agli animali
– Dica, non ci faccia caso non è abituato a vedere delle persone, tratta solo con gli animali.
– Volevamo sapere se c’era un distributore nei paraggi, mi sa che il mio amico Elio si sia dimenticato di fare benzina
E indicò un suo amico che gli stava di fianco
– Si, certo, ma non so se oggi sia aperto.
– Come possiamo raggiungerlo?
Disse l’altra ragazza che stava dietro e teneva per mano un ragazzo sui diciott’anni
– E a tre chilometri da qui, andando sempre diritto dopo la chiesa.
– Tre chilometri?
Era la ragazza che mi aveva interpellato
– Si, posso darvi una mano se volete, potete prendere la mia macchina, l’avrete certo vista la 500 marroncino, sta giù, così da poter andare e fare benzina per rifornirvi.
Il viso si illuminò
– Grazie, troppo gentile, facciamo così Elio, vai tu e portati la tanica che sta nel baule della nostra macchina, noi ti aspettiamo qui.
Era titubante
– Sicuro Lia, state qui?
Per nulla imbarazzata
– Certo!
– Va bene.
Salii sopra in camera e presi le chiavi, ridiscesi è stavano discutendo, mi videro
– Visto che lei è stato così gentile, potrebbe darci un’altra informazione, sa siamo usciti per festeggiare il primo maggio e vorremmo stare in un posto tranquillo per pranzare, c’è qualcosa nei dintorni?
Di getto
– Potreste ritornare in città poco lontano da qui e fermarvi in una trattoria o…
Era il momento, perché no, dovevo pur iniziare!
– Fermarvi qui da me, il tempo di preparare.
Mi guardavano meravigliati e si guardarono intorno
– Perché è un ristorante?
Stavolta fui io a sorridere
– Non ancora, è in allestimento, ma potrei comunque ospitarvi.
L’altra ragazza
-Perché no, tanto i nostri amici al mare avranno già capito che non riusciamo ad arrivarci.
La ragazza chiamata Lia, mi guardava incuriosita
– Che ne dici Elio?
– Per me va bene, ma ora vado perché il distributore non aspetta di certo, ammesso che sia aperto.
E parti con le mie chiavi
– Perché no?
Mi disse
– Lei è?
– Rino, semplicemente Rino.
Guardai meglio l’altro ragazzo e mi accorsi che era un diversamente abile affetto dalla sindrome di down, era divertito, si guardava intorno e fotografava tutto quello che lo interessava.
– Dora hai bisogno del bagno per Luca?
Era Lia che aveva parlato
– Si, penso di si
Le indicai il bagno e poi
– Ora se non le dispiace vado a cambiarmi, se volete potete entrare in cucina, la porta è aperta, io sto di sopra, vengo subito.
Mi guardò fece un cenno di assenso e salii in camera…”…
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