La finzione diventa realtà

La finzione diventa realtà

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Prima parte – La finzione

(Promemoria sotto copertura – nome: Sara)

Il mio nome sarà Sara, da sette anni responsabile in un negozio di informatica progettazione e sviluppo, 32 anni, single, non per necessità ma per scelta almeno per il momento.

E già, per scelta!

Ma oggi, inizio ad avere dei dubbi, vivo da sola, fotografa paesaggistica per passione, lavoro con quattro uomini, due sposati, due single, uno troppo anziano e uno troppo giovane.

Spesso, mi capita di essere chiamata da amici e parenti, a fare delle foto per qualche evento, mi diverto molto, e non nascondo che ogni volta, penso inconsciamente  “forse questa è l’occasione giusta”, per conoscere qualcuno, che faccia al caso mio.

Esatto!

Perché con l’età si iniziano ad avere dei dubbi, sulla persona che si vorrebbe vicino, certo, non mi sono mancate le occasioni di incontrare qualcuno, ma le motivazioni non erano quelle che canonicamente si conosce, conoscenza, innamoramento, fidanzamento e matrimonio!

Oggi ci si incontra, uno sguardo d’intesa, una parola, si passa la giornata, e poi, qualche ora a letto, per poi:

– Ci vediamo in giro, ciao!

– Ciao.

Solo e soltanto desiderio occasionale e ormonale!

Surrogato dell’amore!

Ecco, questa è la mia vita oggi, non sono brutta, leggermente rotondetta, ma ai posti giusti, mediamente alta, capelli neri, occhi castani, seno nella norma e tanti dubbi nella testa.

I miei colleghi, quando un cliente è single, cercano di dirottarmelo, non ho mai parlato con loro dei miei problemi, ma evidentemente hanno capito.

Cosa?

Quelli che tutto dicono in famiglia, devi pensare al domani, vuoi essere sola tutta la vita? vuoi mettere avere dei figli? vuoi…e tanto, ma tanto ancora.

Non rispondo, perché sarebbe inutile, ma, quando sono da sola, mi pongo le stesse domande, in silenzio senza confessarlo a nessuno.

Domani compio 33 anni, non ho voluto festeggiare con tutti, ma ho invitato due amiche, al pub, per bere qualcosa insieme.

Oggi invece, in negozio mi hanno festeggiata a sorpresa, torta e pasticcini, non me l’aspettavo, ma all’ora di pranzo hanno chiuso le saracinesche fatto largo su di un tavolo, ho spento le candeline, tra baci e abbracci.

Sono finalmente a casa, faccio una doccia ristoratrice, stasera voglio essere al top, ho acquistato un vestito che mi sembra adatto alla serata, inforco i miei stivali preferiti, lascio in ordine l’appartamento, (non si sa mai), ecco lo squillo al cellulare, sono loro, scendo:

– Come sei bella?

Lei e Mia, una ragazza di origine thailandese, sempre carina nei giudizi.

– Ma sei una favola?

Lei è l’altra, il mio alter ego, bella da morire, bionda, occhi azzurri, potrebbe avere chiunque, ma non le sta bene nessuno, Elga.

Leggermente arrossita:

– Grazie, su andiamo che si fa tardi.

Il pub è distante una decina di chilometri da casa, Mia è venuta con la sua auto, parcheggiamo ed entriamo.

Il pub, è stracolmo, stasera c’è una gara tra chi beve più birra senza stramazzare a terra, il social ha fatto il suo dovere, molti hanno risposto all’appello, ci sediamo ad un tavolo e ordiniamo.

E’ il momento dei regali, Mia mi ha regalato un fantastico foulard mille colori, apro il pacchetto di Elga, una spilla, un’agenda e un biglietto da visita.

La guardo interrogativamente e lei:

– Sono anni che ti conosciamo, ma da qualche mese sei cambiata, sei diventata più triste, io e Mia ce ne siamo accorte e abbiamo cercato di capire il perché, ma non ci siamo riuscite. Allora, la spilla è il mio regalo con il tuo segno zodiacale, lo scorpione, mentre l’agenda…

Mia:

– L’agenda ti servirà a scrivere cosa vorresti nella vita adesso, diciamo una sorta di diario, dove mettere per iscritto i tuoi desideri e una volta che l’hai fatto…

Elga:

– Tutto potrebbe essere più chiaro! Ma se non dovessi riuscire, e il tuo massimo desiderio oggi è di origine sentimentale, potresti rivolgerti a questo numero di telefono.

La cosa iniziava ad incuriosirmi, le abbraccio ringraziandole, ma confesso che non ho capito il significato del bigliettino da visita.

Elga:

– Guarda dietro, mentre noi andiamo a prendere qualcosa da bere.

Si alzarono, prima che potessi dire qualcosa e rimasi li, con quel bigliettino di forma quadrata, color oro, con un numero di cellulare sulla prima facciata, poi lo girai, ero curiosa!

“Agenzia fantasma

– Sei single?

– Vorresti una vita coniugale, ma ti fa paura?

– Hai coraggio?

– Sei temeraria?

Chiamaci!!”

Cosa vuol dire?

Inizio a fantasticare, sarà forse un’agenzia di toy boy, forse un’agenzia matrimoniale, un collocamento per single maschili, ma che accidenti sarà?

Eccole, sono tornate con tre bicchieri di birra alla spina.

Mia

– Allora?

Non volevo essere sgarbata, le guardai:

– Penso che non sono ancora pronta a far decidere ad altri, se voglio un toy boy, un marito o un appuntamento al buio.

Mi guardarono divertite, non erano arrabbiate, io si!

Elga:

– Schiocca, nulla di tutto questo.

– Come?

– E già, devi sapere – era Mia – una mia collega al lavoro, diede di matto, buttò tutto all’aria, i campioni dei profumi saltarono dal tavolo, pensammo tutti che fosse impazzita, ma il capo reparto, una persona molto saggia, mi chiese di accompagnarla a casa e di farle compagnia per quel giorno e volle aiutarla.

Mi feci molto attenta.

– Quando fui a casa con lei, dopo essersi sfogata, le preparai del te, e lei si aprì, parlando. Mi raccontò che era stanca della sua vita solo per il lavoro, voleva fortemente avere una famiglia ma aveva paura. Non sapeva a cosa poteva andare incontro! Una sua amica, le aveva dato un bigliettino e le aveva consigliato di fare una prova.

Una prova?

Elga:

– Si, una prova!

– Cosa vuol dire?

– Se hai pazienza, anch’io rimasi di stucco quando me lo raccontò e chiesi di avere qualche altra informazione, e lei, si una prova, vivere con qualcuno e capire se si è pronti per una vita coniugale. Ma è pazzesco, le dissi. La mia amica l’ha fatto, ed ora è felicemente sposata, mi disse lei.

Ma è pazzesco!

Ci guardammo negli occhi e ripetemmo la stessa cosa.

– E poi, cosa accadde alla tua amica?

– Mesi dopo, mi sembra due mesi dopo, un giorno venne in laboratorio e ci portò le partecipazioni per le sue nozze, mi prese in disparte e in una bustina mi diede il bigliettino, non volle aggiungere altro, disse solo, se un domani dovessi averne bisogno, usalo ti porterà fortuna, mi è costato un poco ma mi ha fatto bene.

Ero senza parole! Ma cosa vuol dire, una prova?

Le amiche capirono che mi stavo imbarazzando e intristendo:

– Andiamo in pista a festeggiare, poi ci penserai.

E andammo.

Fu una serata memorabile, ma anche stancante, non mi ricordo tutto, complice le birre, ma fui felice.

Inutile dire, facemmo tardi, ed eravamo anche leggermente brille, stramazzai sul letto com’ero vestita e mi addormentai.

La mattina successiva, era domenica, mi svegliai verso mezzogiorno, mi buttai sotto la doccia, poi con l’accappatoio mi misi sul letto, sulla sponda, la mia borsa cadde e uscirono l’agenda e il bigliettino.

Non volevo toccare, ne l’una, ne l’atro!

Mi ricordai tutto, ma che pazzia? E poi perché fare una cosa simile? Una prova? E in che cosa consiste?

Mi preparai una ricca frittata, misi un tovagliolo e iniziai a mangiare, era una bella giornata, il sole faceva capolino e un raggio impertinente raggiunse la mia camera, guardai la traiettoria, si fermò sul bigliettino, il riflesso si puntò su di me.

Che sciocchezza!

Sparecchiai la tavola, passai sulla poltrona, accesi il televisore, ma non lo guardavo, presi l’agenda e una penna, iniziai a scrivere, erano tutte domande senza risposta, ma chi diavolo mi doveva rispondere, quasi inconsciamente presi il bigliettino, feci il numero:

– Pronto

– Si, prego

Una voce calda al di la del telefono mi colpì, senza inflessioni dialettali:

– Ho ricevuto questo numero da un’amica.

– Certo, il nostro passa parola, desidera?

– Non lo so?

– Sono Rino il titolare di questa agenzia, se ha telefonato e perché desidera fare delle domande.

– Si

Come cavolo aveva fatto a pensarlo?

– Mi dica, sono qui per questo.

– Di cosa si tratta?

– Semplice, noi forniamo accompagnatori a seconda delle sue esigenze.

– Toy boy?

– No, non trattiamo questo genere di cose.

La voce era diventata seria:

– E allora?

– Mi ascolti, noi forniamo accompagnatori, per una serata, per un fine settimana, per un mese, per far vivere una vita coniugale senza legami sentimentali, escludendo il sesso, chiedo scusa per la crudezza.

Ero allibita:

– No, ha fatto bene!

– Il nostro personale, è formato su questa linea, si tratta di un periodo transitorio, dove le persone che non hanno vissuto questa realtà, possono viverla anonimamente e poi decidere con calma se perseguirla o meno nella loro vita normale.

Ora era più chiaro.

– Ci sei?

– Si, ci sono, sto riflettendo.

– Bene, ora è compito mio farle delle domande, posso?

– Il suo nome

– Sara

– L’età

– 33, appena compiuti.

– Auguri allora, è single?

– Si

– Mi può inviare una sua foto alla mia email?

– Si

– Questo è l’indirizzo …….…..@gmail.com, se vuole può riflettere e se lo desidera mi può richiamare, quando vuole.

Questa non me l’aspettavo, non ha insistito, non ha voluto convincermi:

– Si.

– Grazie, allora arrivederci.

Per tutto il pomeriggio feci delle ricerche su internet, solo verso le 20.00, trovai un forum, dove si parlava di esperienze di questo tipo, le lessi tutte, inviai la mia foto e telefonai:

– Pronto, sono Sara

– Si, ho visto, mi dica?

– E’ inutile dire che mi sembra un’idea pazzesca, forse sto perdendo la coscienza di me stessa, ma vorrei provare.

– Capisco il suo stato d’animo, le consiglio di andare a vedere il nostro Forum

– Già fatto

– Non avevo dubbi, per questo ha mandato la foto.

– Si

– Allora, le spiego in poche parole, se desidera provare, le posso consigliare un fine settimana, anche se è il servizio che costa di più.

– Mi dica?

Ero curiosa.

– Il servizio consiste nell’accompagnarla a cinema o a teatro o altra manifestazione che desidera, segue cena in ristorante e passeggiata, l’indomani gita fuori porta dove vuole con pranzo, ore 20.00 fine servizio, costo 2000 euro tutto compreso.

Azz!!

– Dimenticavo, tutto compreso assicurazione e fattura al 20%.

– Assicurazione?

– Certo, lei sarà assicurata dai LLody di Londra per qualsiasi problema che possa avere con il nostro accompagnatore, fino ad un massimale di 1.000.000 di euro.

– Cosa vuol dire?

– Il nostro personale è collaudato, ma se le dovesse capitare qualche incidente con questa persona, verrà risarcita immediatamente.

Facendo due calcoli, il vero servizio veniva a costare 1500 euro.

– E’ una cifra notevole?

– Si, certo, ma lei non avrà altra spesa, organizzeremo tutto noi, lei dovrà versare come anticipo 1000 euro sul conto IBAN………………., le verrà inviata la ricevuta e la copia dell’assicurazione, dovrà solo dirci dove vuole andare, dove cenare e dove fare la gita nel raggio di 100 chilometri dalla sua residenza, sei giorni prima. Al resto pensiamo noi. Dovrà aggiungere il suo indirizzo, i suoi hobby e le sue passione,  i suoi dati e quelli della persona che desidererebbe, stessa età o altro, italiano o altro, altezza e peso, se nella sua città o altro e le manderemo delle foto di persone che potrebbero interessarle.

Che organizzazione!

Nel frattempo stavo scrivendo sull’agenda.

– Ha scritto tutto?

Come cavolo ha fatto?

– Se vuole posso ripetere

– No, grazie.

– Questo è tutto, ci faccia sapere

– Un attimo, vorrei chiedere una cosa?

– Dica?

– E per una settimana?

– I parametri sono diversi e uguali per un mese, escluso il costo. Ma il vitto e l’alloggio sono a carico suo.

– Ah ecco!!

– Se vuole posso anche dirglielo.

– No, vorrei prima pensarci.

– Perfetto, buona serata.

Ero senza parole, certo era una cifra notevole, ma che pazzia? Non volevo pensarci più, stavo per andare a dormire, quando squilla il cellulare:

– Pronto

– Sono Elga, ma aspettavi una telefonata?

– Perché?

– Ma avrò capito male, come stai?

E ora che le dico, ho la testa che continua a risuonare della voce dello sconosciuto, una bugia?…”…

…segue…
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Araldo Gennaro Caparco

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